Charles Baudelaire è stato un poeta francese. Nacque da Caroline Archimbaut-Dufays e da Joseph-François B., capo degli uffici amministrativi del senato. Rimasta vedova nel 1827, la madre si risposò col tenente colonnello (poi generale) Jacques Aupick. Questo secondo matrimonio provocò in Baudelaire un trauma e un senso di carenza affettiva dei quali porterà le conseguenze per tutta la vita. Nel 1832, trasferito a Lione, Aupick iscrisse il figliastro come interno al Collegio reale della città. Quattro anni dopo, assegnato allo stato maggiore, Aupick tornò a Parigi con la famiglia e Charles entrò nel liceo Louis-le-Grand, dove superò, nel 1839, gli esami di baccalaureato. Nel 1840 strinse amicizia con i poeti Le Vavasseur e Prarond e, affettando atteggiamenti da dandy, iniziò un’esistenza libera e sregolata.Divenuto ormai maggiorenne (1842) ed entrato in possesso dell’eredità paterna, si stabilì in un appartamento sull’Ile Saint-Louis. Risalgono a questi anni l’amore per l’attrice mulatta Jeanne Duval, l’assidua frequentazione del club dei fumatori di hashish, l’interesse teorico e pratico per l’uso dell’alcool e delle droghe, i debiti presso gli strozzini, con i quali ebbero inizio per il poeta le preoccupazioni economiche che dovevano ossessionarlo per tutta la vita. Nel 1849 conobbe il pittore Courbet e ne divenne amico. Il 4 febbraio 1857, Baudelaire consegnò all’editore Poulet-Malassis il manoscritto de I fiori del male per la prima pubblicazione della raccolta, comprendente allora 100 poesie suddivise in 5 sezioni. Il volume fu messo in vendita il 25 giugno e venne sequestrato dopo pochi giorni. Il 20 agosto si celebrò a Parigi il processo penale contro l’autore e l’editore, accusati di pubblicazione oscena. Nel 1865, la salute dello scrittore subì i primi duri attacchi; il 15 marzo 1866, mentre visitava la chiesa di Saint-Loup a Namur, B. fu colpito da un attacco di paralisi con gravi sintomi di afasia. Il 31 agosto 1867, dopo una lunga agonia, Baudelaire, che non aveva ricuperato la parola, ma aveva conservato intatte le facoltà intellettive, morì tra le braccia della madre. Fu sepolto nel cimitero di Montparnasse, accanto alla tomba del patrigno, che il poeta, da vivo, aveva sempre detestato.
I fiori del male, La prima poesia pubblicata da Baudelaire con la sua firma, A une dame créole, apparve il 25 maggio 1845 sulla rivista «L’Artiste». Nel 1851 pubblicò il saggio Sul vino e sull’hashish (Du vin et du haschisch), che farà parte, con altri scritti d’argomento analogo, del volume I paradisi artificiali (Les paradis artificiels, 1861).
La noia, lo spleen, termini che ricorrono con tanta frequenza nelle pagine di Baudelaire, non sono atteggiamenti snobistici o estetizzanti, ma simboli esatti e spaventosamente sinceri della condizione esistenziale di un uomo profondamente attaccato alla vita, dotato di una sensualità aperta e dolorosa, che tuttavia non ha potuto né voluto sottrarsi alla certezza di essere un escluso, un disadattato, un oggetto di incomprensione e di scherno. È centrale in questo senso, nella sua opera, la tensione tra spleen e idéal, cupa vertigine esistenziale e anelito religioso e contemplativo, senso amaro della solitudine dell’artista e attrattiva ammaliante del «viaggio»: una tematica contraddittoria che percorre non solo la produzione poetica, ma anche gli scritti autobiografici e le rimanenti opere in prosa.
Fonte immagine: sito editore Feltrinelli