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Come dire. Galateo della comunicazione
Recensione
Bartezzaghi Stefano
Come dire. Galateo della comunicazione
Mondadori
2011
Stefano Bartezzaghi - Come dire. Galateo della comunicazione - Mondadori
La mia impressione è che sappiamo benissimo che esiste un tempo, un luogo, un contesto in cui bisogna fare ics e un tempo, un luogo, un contesto più adatti per ipsilon. A fregarci non è la teoria, è la pratica: e sappiamo che val più la pratica di quella parola che fa rima con
pratica
, e non è
natica
e neppure
diplomatica
.
Un galateo della comunicazione 2.0, per tempi in cui la pratica val più della teoria (ma c’è bisogno di qualcuno che metta dei punti). Virgola.
Bartezzaghi lo conosciamo. Tutti sappiamo che quel cognome è una
ragione sociale
, condensa in quattro sillabe interi paradigmi di
enigmistica
, raccoglie
l’eredità di un padre
che è stato croce e delizia di intere generazioni di
aficionados
delle parole crociate.
Da qualche anno Stefano Bartezzaghi è però anche felice divulgatore di una teoria dei giochi (di parole) che sembra per certi versi farne l’erede di
Gianpaolo Dossena
, scomparso nel 2009, che fu autore di libri eterogenei e bellissimi sul rapporto fra lingua, letteratura e giochi.
Dopo aver passato in rassegna (e sulle espressioni figurate come appunto “passare in rassegna” ci sarebbe da scrivere un intero libro)
l’orizzonte verticale
delle parole crociate, dopo aver sbeffeggiato (a volte bonariamente, altre volte con una punta di divertito sadismo) errori e strafalcioni, dopo aver compilato interi repertori di crittografie, rebus e giochi assortiti, in quest’ultimo libro Bartezzaghi analizza alcuni degli
spazi di comunicazione
che la contemporaneità prevede ma che - come dire? – soffrono di una sorta di drammatica
deregulation
. Non basta inventare il media, si potrebbe parafrasare
McLuhan
. Ci vuole anche il messaggio giusto, da metterci dentro.
Cosa vuol dire giusto? Vuol dire
appropriato al contesto in cui si esprime
. Così, ad esempio, chiunque abbia rabbrividito almeno una volta davanti a certe prose dall’incedere bellico dei
cronisti sportivi
durante le telecronache delle partite di calcio, avrà più di una buona ragione per tuffarsi nella lettura di questo libro.
In “Come dire” Bartezzaghi passa in rassegna modi di dire, tic linguistici (e culturali), vezzi e malvezzi linguistici, e cerca di
attualizzare alcuni precetti di buona educazione
che abbiamo perso per strada man mano che i modi di comunicare cambiavano. Così, nel corso delle duecento pagine di questo eterogeneo vademecum, c’è spazio per alternare
considerazioni sociologiche
a
aneddoti
che vien voglia di leggere e rileggere.
Il telefono
cellulare
, ad esempio, è senz’altro cespite di malintesi, fraintendimenti e fonte inesauribile di pentimento da parte di chi ne fa un uso sconsiderato. Specialmente in ambito galante.
Ma anche la brevità epigrafica cui obbligano i limiti di lunghezza degli
SMS
è un fenomeno degno di essere studiato, con i cambiamenti che ha prodotto nella comunicazione spicciola fra le persone.
Altri “topics” (oltre all’uso improprio e fuori luogo di anglicismi e parole mutuate da altre lingue?): be’, ad esempio c’è un capitolo dedicato al come scrivere una e-mail; uno in cui si spiega come – quando si parla di
ortografia
– l’importante non sia ricordarsi proprio tutto, ma sapere a cosa prestare attenzione. E poi “come scrivere un libretto operistico” variegato e divertente repertorio retorico che attinge a
tormentoni
verdiani e ne mette a nudo gli intrinseci paradossi; “come compilare un menu”, dove si punta l’indice (giustamente) sulla vezzosa e insopportabile tendenza mostrata da molti ristoratori a prendersi tremendamente sul serio generando risultati grotteschi (avete mai provato ad ascoltare le “confidenze dell’orto raccolte in coccio” quando avreste solo voglia di mangiare una zuppa di verdure?).
L’
acume
delle osservazioni di Bartezzaghi però ha il pregio di non cadere mai fra di noi dall’alto di una torre d’avorio. Il nostro sa bene che la lingua è
organismo vivo
, proteiforme e inafferrabile nel suo perenne mutare e reinventare sé stessa. Se si vuole avere qualche possibilità di coglierne lo spirito più autentico, e di fotografarla in modo attendibile nel momento storico presente, gli snobismi e le puzze sotto il naso non aiutano, e anzi possono rivelarsi un ostacolo insormontabile. Ci vogliono invece orecchio, curiosità, intelligenza e passione.
Punto.
Stefano Bartezzaghi
-
Come dire. Galateo della comunicazione
210 pag., 17 euro -
Mondadori
ISBN 9788804611462
07 ottobre 2011
,
Mondadori
ISBN:
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Biografia
La biografia di Bartezzaghi Stefano
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