"Subito dopo il creatore di una buona frase viene, in ordine di merito, il primo che la cita" Ralph Waldo Emerson, Letters and Social Aims
Pochi istanti dopo essere venuta al mondo, il mio cuore ha smesso di battere. A quattro anni, sono annegata nell’oceano. A cinque anni, sono scivolata da un tetto coperto di ghiaccio. A otto anni, ho preso l’influenza spagnola. Quattro volte. A ventidue anni, mio marito mi ha spinto con violenza contro un tavolino, uccidendomi. A trent’anni, sono morta durante un bombardamento tedesco su Londra. E su di me cadevano le tenebre. Ma ho sempre avuto un’altra possibilità.
Si era fatta notte. Un vento di tramontana scuoteva le ombre degli abeti sull'asfalto imbiancato. Lupo Bianco si sentiva strano, come se ci fosse un pericolo imminente.
Un odio talmente luminoso e profondo che credeva potesse essere in dotazione solo ai più malvagi.
Nella ribellione contro Dio probabilmente aveva vinto il diavolo e [...] il diavolo stava adesso seduto sul trono celeste, anche se per intrappolare gli incauti non rivelava la sua vera identità.
L'urgenza di scrivere ogni giorno, per 365 giorni, costringe i commentatori a dimenticare che, a forza di risolvere quotidianamente il problema dell'indomani, arriverà un ultimo giorno in cui il problema dell'indomani sarà ormai il problema dell'anno dopo. Un problema che non c'è motivo di cominciare a risolvere con così inutile e azzardato anticipo.
La storia di quegli amori contrastati fu un'altra delle meraviglie della mia gioventù. A forza di ascoltarla raccontata dai miei genitori, insieme o separatamente, me la ritrovai quasi completa quando scrissi Foglie morte, il mio primo libro, a ventisette anni, ma ero pure consapevole che dovevo imparare molto sull'arte di scrivere romanzi.
Quella notte scoprii il piacere inverosimile di contemplare il corpo di una donna addormentata senza le urgenze del desiderio o gli intralci del pudore.