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Anno edizione: 2014
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«Ci sono libri che si leggono velocemente, che si divorano come si usa dire, questo no. Questo è un libro da leggere lentamente, con i tempi giusti, con le pause che lo stesso autore ci dice di fare, lasciando alcuni spazi bianchi dove respirare, attendere e poi riprendere.» - Giulia Mozzato per Maremosso
Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all'olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d'infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l'uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile...
Oggi voglio parlarti di La strada di Cormac McCarthy, Einaudi editore. La trama è quella di un padre e di un figlio che camminano verso l’oceano in cerca di calore, dopo una catastrofe che non sembra aver lasciato altra forma di vita a parte loro due. Questo libro è suddiviso in paragrafi, e la motivazione che mi sono data per questa scelta stilistica dell’autore è che tra un paragrafo e l’altro il lettore debba riprendere fiato. Questo perché libro è un’emozione dalla prima all’ultima pagina, è un capolavoro, leggerlo riempie davvero l’anima, è intenso, è scritto in modo strepitoso tanto che per l’autore non era importante dare un nome ai protagonisti. Con questo libro McCarthy vinse il premio Pulitzer per la narrativa nel 2007. Lo consiglio a tutti, ma soprattutto a quei figli che hanno voglia di ritrovare il papà almeno nelle pagine di un libro.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una fantascienza nella sua accezione più ampia, senza navi spaziali e spade laser, eppure così tremendamente vicina da sembrare più che mai un avvertimento. Così come in "Io sono leggenda" di Richard Matheson, in "La strada" McCarthy racconta di un mondo devastato, perduto, in cui l'essere umano da padrone diventa ospite. Ospite per giunta precario, per il quale non c'è più nulla di scontato e ogni aspetto della vecchia quotidianità è stato spazzato via dall'apocalisse. In questo scenario un padre e un figlio si ritrovano a vagare verso un fantomatico sud in cerca di un po' di calore per sopravvivere. La scrittura di McCarthy è asciutta ed essenziale come il mondo che è rimasto, e i dialoghi rendono splendidamente l'interazione tra un padre e un figlio bambino lasciando intravedere il lieve maturare del piccolo verso la fine del libro. Un libro che nella sua semplicità riesce magnificamente a far provare un senso di angoscia e frustrazione, di impotenza, di essere in balia degli eventi. L'innocenza del bambino si confronta spesso con la disillusione ormai raggiunta dal padre mantenendo un magnifico equilibrio per tutto il libro ed evidenziando i punti di rottura che ogni genitore ha ben presente nella vita di ogni giorno. Consigliato sia agli amanti della fantascienza post-apocalittica sia a chi vuole ritagliarsi qualche ora di riflessione e meditazione sul futuro del mondo e sul rapporto adulto/bambino
A tratti un po’ lento e ripetitivo ma con un finale, nonostante sia prevedibile, rimane notevole. Un libro che ci ricorda di rimanere umani anche quando intorno a noi non è rimasto nulla da salvare
Divorato!bellissimo,molto coinvolgente!McCarthy fa entrare in mondo dove sofferenza e speranza la fanno da padrona.
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