La La mia vita con Jack. Le memorie della prima moglie... La La mia vita con Jack. Le memorie della prima moglie di Jack Kerouac di Kerouac-Parker Edie Edie Parker aveva diciott'anni quando conobbe Jack Kerouac alla Columbia University nel 1940. Proveniente da una famiglia benestante di Grosse Pointe, in Michigan, aveva fatto il grande salto a New York per studiare arte e si trovò a cavalcare l'eccitazione e la libertà che la grande città offriva a una ragazza inesperta di quell'epoca. Anche Jack Kerouac aveva diciott'anni. Frequentava la Columbia grazie a una borsa di studio perché eccelso giocatore di football, facendo colpo sugli amici per l'acume intellettuale e l'erudizione letteraria. Conosciutisi tramite un amico comune, Jack e Edie s'innamorarono a prima vista e presto decisero di andare a vivere insieme, dividendo un appartamento con Joan Adams (che in seguito avrebbe sposato William Burroughs). Questa è la storia dei loro anni a New York e delle amicizie che finiranno per accompagnarli lungo tutta la vita, con Allen Ginsberg, William Burroughs e molti altri. Dettagli sul libro [chiudi] 2008 A cura di Morgan B.; Moran T. Traduzione di Parrella B. 189 p., ill., brossura Stampa Alternativa (Sconcerto) ISBN 9788862220583 Argomento: Prezzo di copertina: € 16,00 Aggiungi ai tuoi libri Lista dei desideri Scrivi la recensione Crea un nanoscritto Inserisci una citazione Guarda il booktrailer Il voto della community 0,0 Libro € 8,00 Vendi la tua copia su Libraccio Commenti Non sono presenti commenti per quest'opera. Vuoi essere tu il primo a scriverne uno? Recensioni Non sono presenti recensioni per quest'opera. Vuoi essere tu il primo a scriverne una? Nanoscritti Sei capace di riscrivere questo libro in 451 caratteri? Prova! Non sono presenti nanoscritti per quest'opera. Vuoi essere tu il primo a scriverne uno? Il parere della redazione di Wuz Edie era nata a Detroit da una famiglia benestante, ma detestava sentirsi legata e rinchiusa in una gabbia dorata. “In questo periodo d’oro della mia gioventù, la povertà non esisteva, conoscevo soltanto privilegi e prosperità…. eppure, nonostante tutta questa esuberanza, il mio mondo si rivelava alquanto limitato, chiuso e privato. Crescendo mi resi conto di avere una libertà piuttosto relativa. Il mondo esterno non era un territorio aperto, ma qualcosa di proibito. Vivevo come intrappolata in un ghetto dorato dopo l’altro”. Continua a leggere