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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2013
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Il terzo episodio della Sezione Q è un ottimo thriller e (parere personale) può essere annoverato come il migliore dei tre. La trama è complessa ma Jussi Adler-Olsen è un maestro nel tenerla in piedi, lasciando il lettore nell’incertezza per un tempo adeguato, in modo da non scoraggiarsi, da non aver mai la sensazione di aver perso qualche dettaglio fondamentale e, al contempo, alimentando una curiosità travolgente che trascina il lettore tra le pagine di questo romanzo. Gli uomini della sezioni Q sono coinvolti in questo episodio, in un paio di indagini con un livello di coinvolgimento (soprattutto da parte di chi legge) differente. Questo espediente, aumenta ancora l’attesa per gli sviluppi di un’indagine principale, essendo poi quest’ultima pensata e scritta a regola d’arte. Crescono anche i protagonisti della serie, hanno uno sviluppo i loro rapporti e l’esiguo numero di componenti tende sempre più ad assomigliare ad una squadra. Aumenta anche la considerazione della sezione Q stessa, la spina nel fianco della centrale parallelamente ai risultati ottenuti sul campo.
Jussi Adler-Olsen è riuscito nell’intento di creare una serie con delle caratteristiche ben precise (riapertura di casi irrisolti) ma, grazie alla sua tecnica narrativa, riesce nell’impresa di sorprendere lo stesso e sempre i suoi lettori. La scrittura è brillante ed ironica senza però mai intaccare la tensione della trama e le invenzioni narrative davvero sorprendenti. I personaggi, sia quelli positivi (l'ispettore Morck e i suoi bizzarri aiutanti) sia quelli negativi( alcuni veramente notevoli) sono credibili e inseriti in un contesto realistico. Abbastanza esplicita risulta la critica ad una società perbenista ed ipocrita che marginalizza ed esclude chi non riesce ad integrarsi nel suo benessere esclusivo e materiale approfittando in maniera cinica dei suoi privilegi.
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