Il lamento del prepuzio

Mai avrei pensato che una persona di religione ebraica potesse parlare in maniera così pungente e divertente della propria cultura (forse solo Woody Allen finora). Shalom Auslander racconta la storia della sua crescita dall’età di 8 anni, quando inizia a ragionare sulla propria religione e su tutto ciò che ne deriva. Ma il suo desiderio di conoscere quello che per il resto delle persone è considerato “normale” è troppo forte e, una volta aperta questa porta, non riuscirà più a richiuderla.

I danni che il bigottismo (di qualunque credo o posizione politica) può causare su una persona cresciuta in un ambiente rigido ed estremamente osservante: eppure un romanzo di formazione divertentissimo e autoironico, con uno spirito irriverente che percorre tutta l’opera e farà ridere di gusto il lettore. L’ossessione religiosa di un ragazzo, poi diventato uomo e quasi padre, convinto che Dio ce l’abbia personalmente con lui, e i suoi astuti stratagemmi per batterlo sul tempo prima che rifili l’ennesima fregatura.

Si tratta di una descrizione minuziosa e a tratti esilarante dell'impatto di una certa cultura ebraica sulla vita di un ragazzo prima e di un uomo poi, nel mondo moderno. E' uno spaccato di vita che ho trovato interessantissimo, nel quale si descrive con ironia e arguzia quello che succede quando i dettami religiosi vengono messi in pratica in modo totale, forse un pò ottuso, senza spirito critico. La scelta che il protagonista decide di fare, su cui si basa tutto il romanzo, diventa d'un tratto l'unica possibile, e condivisibile al punto che ci si ritrova a fare il tifo per lui. Consigliatissimo.