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Descrizione


II breve saggio di Heinrich Wolfflin "Come fotografare le sculture" era indicato da Erwin Panofsky come l'opera in cui la concezione critica del grande storico dell'arte è esplicita: "l'idea che ogni opera d'arte è dominata da una determinata legge formale interna, che si dischiude allo sguardo, solo quando questo vede l'opera non altrimenti che come questa vuole essere vista". Il saggio è doppiamente importante perché riassume la visione critica di Wolfflin e perché lo fa tentando di definire una normativa di riferimento comune agli studiosi, agli editori, alle imprese fotografiche e infine agli stessi fotografi.
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Dettagli

2008
19 maggio 2008
88 p., ill. , Brossura
9788889832295

Conosci l'autore

Heinrich Wölfflin

1864, Winterthur (Canton Zurigo)

Storico dell'arte di origini svizzere. La sua formazione ebbe inizio a Basilea con Jacob Burckhardt, per poi proseguire a Berlino presso Wilhelm Dilthey. A Monaco svolse il suo dottorato con la dissertazione Prolegomena zu einer Psychologie der Architektur del 1886 (Psicologia dell'Architettura). Tra il 1886 e il 1887 a Roma elaborò la tesi per la libera docenza Rinascimento e Barocco (1888): qui Wölfflin cerca di ricostruire la trasformazione del linguaggio rinascimentale in quello barocco, sottolineando il residuo classicista che dall'epoca rinascimentale passa a quella barocca.Nel 1893 succedette a Burckhardt nella cattedra di Storia dell'arte di Basilea. Del 1899 è invece L'arte classica. Dal 1901 al 1912 insegnò a Berlino come successore...

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