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Anno edizione: 2015
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“I doni della vita” è innanzitutto una storia d’amore, quella tra Pierre e Agnes, che riesce a sfidare il tempo e il destino. La storia ha inizio quando Pierre decide di lasciare la donna alla quale è promesso sposo e sposare invece la ragazza della quale è sempre stato innamorato ma che non era vista di buon occhio dalla famiglia perché priva di dote. Elemento indistinguibile della scrittrice è il periodo durante il quale è ambientata la storia, che va dal 1910 al 1945 circa, attraversato come ben sappiamo da grandi eventi storici: le due guerre. In questo scenario la Némirovsky, come rifarà poi in Suite Francese, riesce a descrivere in maniera cruda la sofferenza, le passioni, la crudeltà e la disperazione dei francesi e ci narra, allo stesso tempo, un amore che riesce a resistere a piani meschini, a separazioni, a congiure, alla distruzione di un paese come la Francia e, alla fine, anche alla morte. Quanto può essere toccante leggere una storia d’amore che sopravvive a due guerre mondiali? La bravura va concessa, ancora una volta, all’autrice per aver dato la possibilità al lettore di integrarsi al protagonista: Ho vissuto in prima persona le angosce di Agnes sin dal principio e ho pianto ogni volta che lei e Pierre si ritrovavano, sembravo una bambina felice il giorno di Natale mentre scarta i regali sotto l’albero. Altro elemento chiave dei romanzi della Némirovsky, che ritroviamo in questo romanzo, è la presenza di madri troppo vanitose, frivole e incapaci di amare che l’autrice descrive con spietatezza, in questo caso Marthe Hardelot e, soprattutto, Simone Burgères. Se le ragioni delle azioni della prima possono essere ritrovate nel troppo amore che prova per il figlio, Pierre, le azioni di Simone trovano ragione solo nel cinismo, nella voglia di vendetta e ricchezza. Se la prima cederà ben presto, l’altra sarà carica fino alla fine di un odio che non risparmierà nemmeno la stessa figlia. Tuttavia questo romanzo non ha solo punti in comune con gli altri della scrittrice, ma anche qualche differenza: se nella maggior parte dei suoi romanzi, almeno quelli da me letti che sono circa la metà, le storie d’amore difficilmente riescono a raggiungere quello che viene definito il lieto fine, in questa storia, come penso si era già capito, c’è tutto. Le emozioni provate da una persona durante la lettura di una storia d’amore sono, penso, sempre le stesse, o almeno alcune di queste: Tutti hanno, sin dall’inizio, forte fiducia nella coppia in questione, forte o debole che sia. Fiducia che a volte è confermata, altre che invece, ahimè, si rivela inutile. Devo dire che, per una volta, vedere una coppia trionfare in un romanzo di Irène Némirovsky non mi è per niente dispiaciuto, anzi ho accolto con molto piacere questa differenza.
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