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Le correzioni - Jonathan Franzen - copertina
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Descrizione


Enid e Alfred Lambert, in una città del Midwest americano, trascinano le giornate accumulando oggetti, ricordi, delusioni e frustrazioni del loro matrimonio: l'uno in preda ai sintomi di un Parkinson che preferisce ignorare, l'altra con il desiderio, ormai diventato scopo di vita, di radunare per un «ultimo» Natale i tre figli allevati secondo le regole e i valori dell'America del dopoguerra, attenti a «correggere» ogni deviazione dal «giusto». Ma i figli se ne sono andati sulla costa: Gary, dirigente di banca, vittima di una depressione strisciante e di una moglie infantile; Chip che ha perso il posto all'università per «comportamento sessuale scorretto»; infine Denise, chef di successo che conduce una vita privata discutibile secondo i Lambert.
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Dettagli

2005
Tascabile
604 p.
9788806174491
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Indice


Le prime frasi del romanzo:

St. Jude

Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell'aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l'intera religione settentrionale delle cose era giunta al termine. Neanche un bambino nei giardini. Ombre e luce sulle zoysie ingiallite. Querce rosse e querce di palude e querce bicolori riversavano una pioggia di ghiande sulle case senza ipoteca. Le controfinestre rabbrividivano nelle stanze da letto vuote. E poi il ronzio monotono e singhiozzante di un'asciugabiancheria, la contesa nasale di un soffiatore da giardino, il maturare di mele nostrane in un sacchetto di carta, l'odore della benzina con cui Alfred Lambert aveva ripulito il pennello dopo la verniciatura mattutina del divanetto di vimini.
Le tre del pomeriggio erano un'ora pericolosa nei sobborghi gerontocratici di St. Jude. Alfred si era svegliato nella grande poltrona blu in cui di era addormentato dopo il pranzo. Aveva finito il suo pisolino e il prossimo notiziario locale iniziava soltanto alle cinque. Due ore vuote erano una fistola che generava infezioni. Si alzò a fatica, raggiunse il tavolo da ping pong e si mise in ascolto di Enid, ma non la sentì.
In tutta la casa risuonava un campanello d'allarme che nessuno poteva udire eccetto Alfred e Enid. Era il campanello d'allarme dell'ansia. Era come uno di quei grandi dischi di ghisa muniti di battaglio elettrico che spedivano in strada gli scolari durante le esercitazioni antincendio. Suonava da così tante ore che ormai i Lambert non udivano più il messaggio "campanello che squilla" ma, come quando un rumore prosegue ininterrotto finché non si riescono a distinguere i diversi suoni che lo compongono (o come quando si fissa una parola finché non si trasforma in una sequenza di lettere morte), udivano invece i rapidi rintocchi del battaglio sulla cassa di risonanza metallica, non una nota pura ma una sequenza granulosa di percussioni con uno strato superficiale di toni acuti e lamentosi; suonava da così tanti giorni che ormai rimaneva sullo sfondo, tranne certe volte, la mattina presto, quando uno dei due si svegliava in un bagno di sudore e si accorgeva che un campanello squillava nella sua testa da tempo immemorabile; suonava da così tanti mesi che il suono aveva ceduto il passo a una specie di metasuono, il cui volume dipendeva dal battito ritmico delle onde di compassione ma dal molto, molto più lento variare della loro consapevolezza del suono stesso. E questa consapevolezza era particolarmente acuta quando anche il clima era di umore ansioso. Allora Enid e Alfred - lei inginocchiata ad aprire cassetti in sala da pranzo, lui in contemplazione del disastroso tavolo da ping-pong nel seminterrato - si sentivano entrambi sul punto di esplodere dall'ansia.
L'ansia dei buoni sconto, in un cassetto pieno di candele dai raffinati colori autunnali. I buoni erano tenuti insieme da un elastico, e Enid si stava rendendo conto che le loro date di scadenza (spesso allegramente cerchiate in rosso dal produttore) erano passate da mesi, perfino anni: che quei cento e passa buoni, il cui valore totale superava i sessanta dollari (potenzialmente centoventi al supermarket di Chiltsville dove valevano il doppio), erano tutti scaduti. Tilex, sconto di sessanta centesimi. Excedrin PM, sconto di un dollaro. Le date non erano nemmeno vicine. Le date erano storiche. Il campanello d'allarme stava suonando da anni.
Ricacciò i buoni in mezzo alle candele e chiuse il cassetto. Cercava una raccomandata che era arrivata qualche giorno prima. Alfred aveva udito il postino bussare alla porta e aveva gridato, - Enid! Enid! - così forte che non l'aveva sentita strillare a sua volta, - Al, vado io! - Alfred aveva continuato a chiamarla a gran voce, avvicinandosi sempre più, e poiché il mittente era la Axon Corporation, 24 East Industrial Serpentine, Schwenksville, Pennsylvania, e poiché c'erano alcuni aspetti della situazione della Axon che Enid conosceva e che sperava Alfred ignorasse, si era affrettata a ficcare la lettera da qualche parte a pochi metri di distanza dalla porta d'ingresso. Alfred era emerso dal seminterrato strepitando come un mezzo cingolato, - C'è qualcuno alla porta! - e lei, sempre a un volume piuttosto alto, aveva replicato, - Il postino! Il postino! - e lui aveva scosso la testa davanti alla complessità della situazione.

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Mi è piaciuto molto questo romanzo, il promo di Franzen che leggo. La storia racconta del presente e passato dei componenti di una famiglia borghese del Midwest: i Lambert. Il libro inizia con la presentazione dei due componenti essenziali della famiglia, Alfred e Enid Lambert, genitori di Chip, Gary e Denise. I capitoli sono strutturati secondo il punto di vista dei personaggi principali ma non in prima persona. Ognuno di loro sta vivendo una situazione di depressione dovuta a differenti situazioni, e da continui flash back e pensieri retrospettivi il lettore conosce i personaggi e comprende il perchè di reazioni e comportamenti, entra nella realtà del protagonista ma ne rimane comunque in disparte allontanato dalla terza persona, alla fine del libro si rimane dei giudici imparziali.

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Recensioni: 5/5

I libri di Jonathan Franzen fanno bene all'anima e ci aiutano a convivere con la modernità, senza subire il fascino dei suoi riti omologanti. Un'amara riflessione sulla disgregazione della famiglia e sull'ipocrisia della società americana. E' il grande romanzo americano alla stregua di Underworld di DeLillo o di Pastorale Americana di Philip Roth. Angelo Cennamo

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Recensioni: 0/5

riguardo a franzen e le correzioni l'ho appena finito di leggere.semplicemente è sempre interessante quando si descrive una famiglia nel carattere dei cui componenti riconsci il tuo o quello dei tuoi fratelli o sorelle e il rapporto di ogni stereotipo di figlio con ogni stereotipo di padre o madre e capisci che il mondo va sempre uguale tutte le mamme sono così tutti i padri sono così e i figli hanno invece la possibilità di essere differenti nella loro unicità.quello che succede nella famiglia è la cosa che più ci guida, nel bene o nel male che sia,la famiglia è antidoto e veleno che ci piaccia o no.questo dice il libro come a sua volta roth nella pastorale americana.il mio voto è nove.

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Conosci l'autore

Jonathan Franzen

1959, Western Spring

Jonathan Franzen è uno scrittore statunitense. Pubblica regolarmente racconti e saggi su «The New Yorker» e su «Harper's». È autore di numerosi libri, tutti pubblicati in Italia da Einaudi. Tra questi ricordiamo: i romanzi Le correzioni (2002), La ventisettesima città (2008), Forte movimento (2004), Libertà (2011), Purity (2016), Crossroads (2021); le raccolte di saggi Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa (2003), Più lontano ancora (2012) e Il progetto Kraus (2014); l'autobiografia Zona disagio (2016) e La fine della fine della terra (2019).Fonte fotografia: editore Einaudi, credit Shelby Graham

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