La città straniera

Non conoscevo questa autrice molto brava nelle descrizioni, delicata nel comporre un mosaico di emozioni scandito dall'osservazione degli ambienti. Quello che colpisce è l'argomento di tutti o quasi i racconti di questo libro: la morte, il vuoto, il passato felice che non tornerà più, un mondo romantico che si è dissolto. Dal testo: "Cominciai ad aggirarmi per le sale e tra i pianoforti, grandi e piccoli, chiari e scuri, coda e mezzacoda da concerto lucidi e nerissimi, un po' impolverati e con i tasti d'avorio ingiallito come i denti di un vecchio: un odore di chiesa- possibile che si sentisse ancora il profumo di gigli e gardenie e tuberose che aveva inebriato le sale durante i concerti e le danze e le struggenti sonate che si spandevano nell'aria, tra i giardini, al chiaro di luna? - un odore di umido e di stantio come di tappeti e drappi di broccato che cadessero in pieghe pesanti dalla coda di un pianoforte vibrante". pag. 14. Una prosa elegante e venata di malinconia.