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Mi piacciono molto i romanzi con ambientazione storica, e devo dire che appena ho aperto la prima pagina di questo libro, non sono riuscita a placare la curiosità per questa meravigliosa storia! L’ho terminato in pochi giorni e ne sono rimasta affascinata davvero tanto! Tutto comincia con l’agguerrito e implacabile antagonismo che esiste tra le due antiche stirpi dei Rosetum e dei Tarsia, come spesso accade nei buoni romance storico-medievali che si rispetti. Per non parlare del fatto che la trama sia pervasa da quel pizzico di tono ‘rosa’ che mette al centro di tutto un bacio rubato. La classica causa che scatena nuovamente i rancori, per un po’ rimasti sopiti, ma mai cancellati fra due valorose famiglie nemiche. Le vicende ambientate in una selvaggia e indimenticabile Calabria medievale riescono a includere ogni genere romanzesco: l’intrecciarsi dei profili di tanti personaggi principali e secondari, le appassionate storie d’amore, ma soprattutto questo libro è adatto per chi ama il periodo ‘buio’ del Medioevo, i suoi colori di contrasto e la passionale istintività degli uomini di quel tempo. In tutto aleggia il mistero che vibra intorno alla scomparsa di Giselda, cugina e futura sposa di Manlius di Tarsia. Il prode guerriero dopo un lunghissimo tempo trascorso in battaglia lontano da casa torna al suo castello per ritrovare il padre Timoteo e il fratello Goffredo. Non appena viene a sapere che la sua promessa sposa non ha aspettato il suo ritorno ed è fuggita con Aureliano dei Rosetum, il quale l’ha brutalmente uccisa e stuprata, Manlius viene accecato dalla rabbia e dall’antico rancore che serba da sempre per quella famiglia. Ma sarà davvero tutto come sembra? O è molto più facile vedere come colpevole un antico nemico rispetto che guardare in faccia la realtà? Questo libro ci mostra ancora una volta come le cose spesso non siano come sembrano. Non mancheranno colpi di scena e personaggi essenziali come la serva Amelina e il piccolo storpio Livio: per non dimenticare di Gauda e Yusuf, grandi amici da sempre di Manlius. E poi il mistero che racchiude il titolo del romanzo,il quale apre le porte ad un’affascinante e bellissima donna dal temperamento forte e davvero sorprendente: Silia, la figlia di Alberico dei Rosetum. Una ragazza dal fascino diabolico, ma che mostrerà una fervida saggezza e intelligenza. Un libro dai risvolti emozionanti che non ti fa staccare gli occhi dalle sue pagine! Una lettura consigliata soprattutto a chi ama questo periodo storico e gli intrighi familiari.
questo libro rispecchia in tutto la vedia medioevale nei suoi modi,usi e costumi anche s enon aono amante delle storie romantiche ma preferisco i gialli storici devo dire che la lettura poi e' risulttata piacevole e scorrevole.Pecacto che non ci siano altri librei di questa scrittrice o almeno io non ne ho trovati perche' l'avrei letta molto volentieri,
L'incontro con quest'autrice mi ha lasciato piacevolmente sorpresa tanto che posso apertamente dichiarare che si tratta di un matrimonio ben riuscito. La prima cosa che ho fatto dopo aver finito, “L’anello di ferro” è stato cercare altri suoi libri e non solo per curiosità ma perché sento già il bisogno di immergermi in un’altra delle sue storie. Erano anni che non leggevo un medievale così bello. In questo libro c’è tutto ciò che ho sempre sperato di trovare in un romanzo che tratta quest’epoca a me tanto cara. Lo stile è impeccabile, molto accurato soprattutto nei particolari e nell’uso dei termini. Purtroppo l’Albanese descrive fin troppo bene i soprusi e le invidie che erano presenti a quel tempo, ma questo non fa altro che alimentare l’interesse del lettore. La trama è infatti intrigante, coinvolgente e mai scontata. I personaggi sono descritti con molta cura e non sono i classici eroi cui solitamente sono abituata. Manlius è bellissimo e non per il suo aspetto estetico che comunque non è sottovalutabile ma per la sua dignità, il suo coraggio e la sua intelligenza. E’ un vero uomo, di quelli con la “U” maiuscola, dove il rispetto e l’onore sono sentimenti sinceri, radicati nell’anima. E Silia - altrettanto bella - non è la classica protagonista timorosa e fragile che cede alle lusinghe del primo che trova. E’ una donna forte, scaltra e di larghe vedute. Costantemente alla ricerca della verità è lei, con il suo coraggio e la sua dolcezza a mantenere viva l’attenzione. Tuttavia anche i personaggi secondari non hanno nulla da invidiare ai protagonisti. Ho ammirato il coraggioso Gauda che per amore di Betta non ha esitato a rischiare la sua vita e sono rimasta affascinata da Yusuf, il saraceno taciturno e introverso ma anche astuto e leale. E poi Timoteo, Aureliano, Pietro, Goffredo, Amelina, Livio… me li ricordo tutti perché ognuno di loro mi dato qualcosa. Nel bene o nel male hanno lasciato il segno e penso proprio che questo romanzo sarà uno di quelli che rileggerò presto.
Recensioni
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