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Zero K - Don DeLillo - copertina
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Zero K

Descrizione



Zero K è il maestoso canto del cigno di DeLillo e del post-moderno. Impossibile eguagliare la perfezione stilistica di un romanzo che pare il testamento di un autore e di un intero movimento. In questo diciassettesimo romanzo lo scrittore di New York esplora l'illusione tutta umana di un'eventuale sconfitta della morte. Lo fa attraverso il gelido resoconto di un figlio in procinto di perdere i genitori, illusi che la criogenesi possa esonerarli dai limiti biologici di un'umanità alla deriva.

«Tra centinaia di anni, ammesso che l'umanità non si sia estinta e continui a leggere libri, se qualcuno vorrà capire cos'era la vita in Occidente tra la fine del ventesimo secolo e l'inizio del nuovo millennio non avrà modo migliore per farlo che leggere i romanzi di Don DeLillo». - Jennifer Egan

«"Zero K" è il romanzo più bello di DeLillo dai tempi di "Underworld"». - Michiko Kakutani, «The New York Times»

«Jeffrey Lockhart scopre che il padre, un finanziere di sconfinata ricchezza, ha deciso di preservare criogenicamente il corpo della giovane moglie malata fino a che i progressi della medicina non potranno salvarla: DeLillo si immerge negli abissi di un tema estremo, resistendo a ogni cliché, e ne riemerge con qualcosa che è allo stesso tempo nuovo e universale». - The Huffington Post

l padre di Jeffrey Lockhart, Ross, è un magnate della finanza sulla sessantina, con una moglie più giovane, Artis Martineau, gravemente malata. Ross è uno dei finanziatori di Convergence, un'azienda tecnologica con una futuristica sede ultrasegreta nel deserto del Kazakistan. Attraverso le ricerche biomediche e le nuove tecnologie informatiche, a Convergence possono conservare i corpi e le coscienze fino al giorno in cui la medicina potrà guarire ogni malattia. Decidono così di affidarsi a Convergence: prima Artis poi lo stesso Ross, incapace di continuare a vivere senza l'amata compagna. Così Jeff si riunisce con il padre e la moglie per quello che sembra un addio - o forse un arrivederci. Jeff è turbato: non capisce se a Ross è stato fatto il lavaggio del cervello dagli uomini di Convergence (un gruppo che ha non poco in comune con una setta religiosa o un manipolo di body artist) oppure se è la decisione consapevole e radicale di un uomo tanto ricco e potente che ha deciso di possedere anche la morte. Ma questa è anche l'occasione per ristabilire un rapporto - ammesso che non sia troppo tardi - con il padre: una relazione incrinata anni prima, quando il genitore decise di lasciare la madre di Jeff.
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Dettagli

2016
11 ottobre 2016
248 p., Rilegato
9788806232528

Valutazioni e recensioni

Filippo Lavorini
Recensioni: 2/5

Un argomento molto delicato e controverso fa da cornice a questa opera di Delillo. Ho trovato la prima parte del libro interessante e originale, sebbene lo stile di scrittura utilizzato dall'autore non renda fluida la lettura. La seconda parte, invece, rimane un mistero; sembra scritta da un'altra persona o far parte di un altro libro. E' talmente slegata dalla storia narrata precedentemente che impedisce al lettore di continuare la lettura con voglia e interesse. E' stata veramente un'impresa arrivare fino in fondo (e si parla di un libro di 200 pagine circa ...).

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Recensioni: 4/5

Un romanzo dall'atmosfera confusa e grigia. Un limbo sospeso, pieno di domande dalle molteplici risposte. Una narrazione che pone temi fondamentali. La scienza come nuovo Dio, affidabile e fedele. La morte come esperienza umana di grandezza, come ciò che rende uomo l'uomo. E poi c'è la lingua, ci sono i nomi che di essa fanno parte. Una lingua che definisce la stessa esistenza umana. Un romanzo dalla forza incredibile. Dalla scrittura frammentata, così come l'animo del protagonista, che si perde in quel mondo inquitante e nei mille dubbi che lo assalgono e lo confondono.

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Marco Liberati
Recensioni: 2/5

Zero K ha rappresentato secondo me per DeLillo una sfida, coraggiosa indubbiamente, eticamente lodevole, letterariamente però si sente una fatica, il mestiere di un grande scrittore lo tiene insieme ma sento una mancanza di ispirazione, un trascinamento forzato; lo ammetto: ho faticato a finirlo. E' solo il mio modesto punto di vista di lettore e devo dire che DeLillo ispira o repulsione o grande amore, e pur avendo apprezzato molto Rumore Bianco stavolta questo lavoro non riesco proprio a trovarlo riuscito. Il tema della morte ha confini pericolosi e chi tenta di oltrepassarli rischia di finire nel tragicomico, per me un romanzo mediocre pur con spunti e passaggi interessanti ed anche se apprezzo il coraggio di DeLillo nell'affrontare il tema trovo il risultato finale poco soddisfacente. Forse sarebbe stato meglio scrivere un saggio più che un romanzo approfondendo meglio anche scientificamente queste frontiere estreme della scienza applicate alle nostre piccole vite, siamo stati creati dalla natura con un fine preciso e un finale inevitabile, possiamo contrastarlo, allontanarlo, alleviarlo ma mai sconfiggerlo..forse..

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Recensioni

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Recensioni: 3/5
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Don DeLillo

1936, New York

Nato e cresciuto nel Bronx, allora abitato in gran parte da italoamericani, frequenta scuole cattoliche fino agli studi universitari; l'influenza degli studi cattolici traspare in molti dei suoi scritti e principalmente in Underworld (1997).Finiti gli studi, inizia a lavorare come pubblicitario e ad interessarsi di arte e musica, particolarmente al jazz e alla scrittura. Nel 1971 pubblica il suo primo romanzo, Americana, tradotto in italiano solo nel 2000. Nel 1972 pubblica End Zone e l’anno successivo Great Jones Street (tradotto in italiano nel 1997) che narra di un artista rock ritiratosi a vivere in un ambiente spoglio.Alla fine degli anni Settanta intraprende un lungo viaggio formativo in Medio Oriente e in India, successivamente si trasferisce in Grecia dove vive per tre anni e...

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