Mondo fabbrica

Il thriller di Errico Passaro si snoda tra precisi rimandi cinematografici e televisivi. C’è l’angoscia claustrofobica e il labirintico duello cacciatore/preda di “Alien” (Ridley Scott, 1979), l’ambientazione industriale nello spazio e le tensioni sindacali/operaie di “Atmosfera Zero” (Peter Hyams, 1981), l’investigatore dello FBI inviato in missione solitaria che si confida sistematicamente con un congegno meccanico come in “Twin Peaks” (David Lynch, 1990). Il tutto si fonde in un meccanismo narrativo che cattura il lettore e genera suspense fino alla soluzione del mistero, arduo da scoprire nonostante gli indizi seminati dal buon Passaro nella prima metà del romanzo. In definitiva, una lettura intrigante e piacevole. Se vogliamo essere pignoli, c’è qualche svarione “tecnico” nella descrizione delle leggi che regolano la meccanica orbitale del Mondo Fabbrica, ma di questi tempi sono ben altri i “giramenti di sfere” che danno il mal di testa, ne converrete…