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Michele Perini. L'impresa che lascia il segno
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Michele Perini. L'impresa che lascia il segno - P. Luigi Todisco - copertina
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Michele Perini. L'impresa che lascia il segno

Descrizione


Occorre chiedersi se esistano oggi tendenze o commenti, in cui si presenti la figura dell.impresa come modello ideale. La risposta è no. Diciamo la verità. L'imprenditore è visto ancora con gli occhi dell'800, come soggetto antagonista alla solidarietà. Nessuno lo dice apertamente. Ma questa è una nostra reminiscenza storica. Così, "No men no economy" è una verità ovvia, di cui siamo certamente persuasi, senza però essere concretamente persuasi, nei fatti. Siamo un po' come i fumatori. Anche loro sono persuasi, che il fumo faccia male. Però fumano lo stesso. Allo stesso modo, l'Italia, sa di avere bisogno di imprese, ma non si decide mai a fare ciò che dovrebbe: tagliare le tasse, semplificare il lavoro, stendere tappeti d.oro alle aziende, richiamarle dall'estero. È, così, oggi parliamo di Michele Perini, raccontato da Pier Luigi. Letta nella sua sostanza, la vicenda narrata smentisce gli economisti più autorevoli, partendo da Adam Smith, secondo il quale l'economia sarebbe costruita o misurata essenzialmente da un insieme di ore di lavoro. Teoria giusta, dal punto di vista aritmetico e statistico. Ma clamorosamente incompleta sul piano della sostanza. Andiamo al sodo. Senza Michele Perini e senza tanti altri come lui, da Ford, a Bill Gates, a Berlusconi, a Falck, avremmo avuto grandi gruppi industriali? La risposta è no. Le ore di lavoro non sono nulla, senza qualcuno che le organizzi. Questo qualcuno - e cioè l'uomo-imprenditore - "è" l'economia.
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Dettagli

2010
31 dicembre 2010
9788887879032
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