Italian way of cooking. Pizza, mostri e mandolino

Ho aspettato un po' a scrivere questa recensione, cercando di recuperare almeno un briciolo della mia obiettività e del mio senso critico, spazzati via da un libro travolgente, ironico e che costituisce un seguito straordinario del primo libro della serie, con il quale ero già stata colpita e affondata. Impossibile, anche a distanza di tempo sono rimasta del tutto stregata e mi ritrovo a pensare che Cardone abbia un talento straordinario e fuori dal comune. Innanzi tutto l'intreccio di questo secondo volume, sensibilmente più lungo del primo e che teoricamente può essere letto anche singolarmente (ma io lo sconsiglio), è assolutamente avvincente e ben costruito, nulla è lasciato al caso, la vicenda si snoda con una narrazione ad incastro gestita alla perfezione. Avete presente quei libri contorti in cui si aprono mille scenari e l'autore dimentica di chiudere le varie trame e sottotrame? Ecco, qui per fortuna siamo proprio su un altro pianeta. Arriverete in fondo in un lampo e sarete pienamente soddisfatti, la ricetta è perfettamente dosata e realizzata con cura ?. Per quanto riguarda la trama vi dico solo che ritroviamo Nero, il cuoco di mostri, sempre alle prese con le note difficoltà economiche legate al suo ristorante Il Gallo Nero. Questa volta il nostro monsterchef vorrebbe fare il colpaccio accettando di effettuare il catering per un matrimonio a Napoli. Peccato che il committente non sia esattamente il galantuomo che Nero presume prima di partire e che a Napoli si annidi un'entità maligna alquanto preoccupante. Troviamo un Nero un po' più tormentato da dubbi morali e decisamente più profondo rispetto al primo libro, ma sempre ironico e un po' scurrile, come siamo abituati a conoscerlo. Insomma, alla fine le lettrici si trovano inevitabilmente infatuate del protagonista, che comunque non manca di fare conquiste cartacee. I comprimari sono geniali e ben caratterizzati, soprattutto il nuovo spirito guida nato dalla fusione con l'archetipo napoletano Pulcinella (e più non vi dico per non rovinarvi la sorpresa), uno spasso inesauribile di gag e battute. Del poco che vi ho svelato della trama voglio sottolineare due aspetti: 1- il libro è un incredibile omaggio a Napoli ed alla "napoletanità"; potreste tranquillamente utilizzarlo come guida per una vacanza partenopea, senza che ciò appensantisca la narrazione, anzi. Per me che conoscevo la città è stato un modo per rivivere quello che offre, nel bene e nel male; 2- il libro è anche un incredibile omaggio a Stephen King e ad una delle sue creature più terrificanti: **SPOILER** troverete alcuni easter eggs e un mostro che presenta molto in comune con It. E' l'autore stesso, nella postfazione, a dichiarare il suo debito "letterario" nei confronti di King e, lasciatevelo dire, tra le pagine si sente che chi scrive è qualcuno che ha davvero amato e capito il capolavoro kinghiano. Mi spingo oltre. Marco Cardone ha in comune con Stephen King un'altra cosa, che in questo secondo volume ha dimostrato alla grande: una notevole capacità di calare il sovrannaturale nel quotidiano e di utilizzarlo per parlarci di noi, di quello che abbiamo dentro, di quello che non va nel mondo che ci circonda. Insomma, ci fa ridere, ci spaventa con i "mostri", ci intrattiene senza un attimo di noia, ma quando si chiude il libro e ci si ferma a pensare, si scopre che ci ha fatto anche riflettere, senza fatica. Secondo me è proprio quello che fanno i grandi libri.