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Eva. Voleva volare - Matilde Ida - copertina
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Eva. Voleva volare - Matilde Ida - copertina
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Descrizione


L'autrice, di professione tecnico informatico, è nata nell'entroterra napoletano. Una grande passione per la scrittura, coltivata per anni attraverso la composizione di poesie e racconti brevi, l'ha condotta alla stesura del suo primo romanzo, in cui ha trasferito le esperienze reali di molte donne coinvolte in situazioni di violenza, sia fisica che psicologica. Si definisce un'esploratrice del cosmo femminile, descrivendolo con spietata lucidità, intrisa di emozione e sottile umorismo. Ida Matilde è uno pseudonimo.
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Dettagli

2012
30 marzo 2012
252 p., Brossura
9788890502279

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La storia di una donna che è quella di tante donne. Dalla libera curiosità dell'essere bambina, ancora senza un sesso definito, dove ogni fatto, cosa e persona deve essere esplorato per scoprire le meraviglie del mondo. All'attraversamento della landa, che divide sessualmente le femmine dai maschi. E' l'adoloscenza che irrompe con le regole ferree della società, che obbliga colei che era una bambina a seguire un percorso già prestabilito di costrizioni, di annullamento della curiosità, emersione del senso del peccato, del proibito, del non detto. E' un pugno allo stomaco, la bambina che volava dal fienile, librandosi nell'aria come una Peter Pan femmina, viene inchiodata all'ignoto del suo divenire donna. Ma una donna che non solo si sente sempre più costretta in un corpo, che attira gli sguardi voraci degli maschi, ma soprattutto con le sue ali avvinte da una corda sempre più stretta. Eppure questa donna ancora bambina scopre l'amore, ingenuo ma percorso da una passione sconosciuta, che rimane latente per poi esplodere, ma senza che Eva ne comprenda in pieno il significato. Il suo essere, dopotutto ancora da fanciulla, viene bruscamente scosso dalla sua gravidanza, che per la giovanissima età è intesa ancora come un sorta di gioco. Gioco che improvvisamente cambia quando deve continuare la difficile gravidanza, nascosta dai suoi genitori per paura dello scandalo. Qui il romanzo ben interpreta questa netta separazione fra il mondo sognante dei bambini e della prima adolescenza catapultato nel mondo degli adulti, quando non si è più responsabili di se stessi, ma lo si diventa anche di qualcun altro. Passato qualche anno da mamma e giovanissima moglie, un drammatico avvenimento si erge come una sorta di gomma che cancella il suo ricordo di bambina. La giovane donna, che nell'amore per il suo uomo ha trovato un equilibrio nella costruzione della nuova famiglia, si trova all'improvviso sola e madre di un secondo figlio. Qui il romanzo ci assale facendo scivolare la protagonista nella sua guerra di vedova e madre in un ambiente ostile, dove la mancanza di un pater familiae è vista come una colpa. Non siamo nell'India delle caste, che obbliga una vedova alla pira, ma la società meridonale dove Eva vive è forse ancora più spietata. Eva diventa una preda in mezzo a branchi di lupi affamati, tanto da caderne vittima. La sua richiesta di amore è la trappola che scatta fino a esplodere in uno scandalo, che le infligge il marchio di “donna perduta”. Il suo ritorno nel paese di famiglia, dopo un periodo di quarantena atto, inutilmente, a far sedare l'eco dello scandalo, la ritrova circondata dall'ignominia e ancora più sola e indifesa. E' inevitabile, dopo una sofferente resistenza iniziale, che Eva cerchi di “riparare” la sua condizione nella protezione dell'unico uomo, che sembra provare per lei pietà. Il suo secondo matrimonio, anzichè salvarla, la porta ad affrontare l'abominio del diventare oggetto posseduto dal marito. E' una lenta e inesorabile parabola alla rovescia dove Eva scivola sempre di più nell'abisso del suo annullamento, dove il dovere coniugale è la moneta che lei deve pagare per la protezione datale da quest'uomo. Ma è nell'oscurità di questa discesa che Eva trova, lentamente, la forza di ricordare il suo essere stata bambina. Qui nasce la scoperta della sua femminilità, grazie anche alle letture che sono come un'oasi di pace nell'inferno del suo matrimonio. Una scoperta sofferente mano a mano si accorge di quanto abbia perduto, ma essenziale per cominciare a riappropriarsene fino alla liberazione. Lo sviluppo narrativo si snoda nel ricordo da parte di Eva della sua intera esistenza durante il suo primo viaggio solitario, che la porta dal sud al nord dell'Italia. Non solo un viaggio su di un treno, che la tiene spesso incollata al finestrino nelseguire il continuo cambiamento del paesaggio, ma anche e sopratutto un viaggio interiore, sempre più profondo mano a mano che si allontana dal suo paese natale. Un viaggio in compagnia di due personaggi. Uno enigmatico che sotto varie forme l'ha seguita nell'arco della sua vita. L'altro che assume il ruolo quasi maieutico di spronarla nella raccolta dei vari momenti della sua vita, da un iniziale puzzle incomprensibile, fino al suo completamento nella ribadita necessità di amare ed essere amata, ma, stavolta, senza ingenuità e costrizioni. Finalmente di nuovo liberata e libera nel viversi completamente, bambina sognante, adolescente innamorata, donna consapevole della sua forza interiore. E' una storia che avvince, chiaramente romanzando con tinte forti e chiare le esperienze che tante donne vivono in un mondo moralista e maschilista. Le parole dell'Autrice delineano il percorso impervio che ogni persona, soprattutto se donna, deve affrontare per non perdere se stessa. Al fondo di tutto c'è la consapevolezza che nulla può distruggere l'essenza di una persona. Nulla e nessuno può cambiare l'indole e la capacità quasi animalesca di rimanere aggrappata alla vita. Vita che non è altro che la capacità di essere libera di essere se stessa, di poter “volare” verso i propri desideri e sogni. Eva voleva e ri rende conto di poter volare. Una lettura senza interruzioni, mai noiosa, tinta di sensualità e spesso sottile umorismo, talvolta disperata ma mai patetica, con un finale, l'epilogo, degno da solo della lettura che sbalordisce per il finale inatteso e potentemente evocativo.

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