Elogio delle erbacce di Mabey Richard Flagello biblico, responsabili di avvelenamenti di massa o simbolo di rinascita postbellica: fin dagli albori l'umanità ha rinunciato a dare una definizione scientifica di "erbaccia", cambiando etichetta a seconda delle mode e della cultura dell'epoca. Prendendo avvio proprio da questo dato di fatto, l'autorevole botanico inglese Richard Mabey scrive la prima storia culturale di queste creature che vivono ai margini della società vegetale, così importanti per il sistema immunitario del pianeta, preziose per le loro proprietà curative, belle per le forme e i colori, eppure così strenuamente combattute dall'uomo che le ha sempre considerate pericolosi invasori dei suoi spazi. E' proprio questa visione frutto di luoghi comuni che Mabey intende ribaltare: attraverso pagine colte e raffinate, ricche di informazioni erudite e reminiscenze personali e artistico-letterarie, l'autore compie una riflessione che trascende i confini della botanica e approda alla filosofia, mettendo in luce l'affinità esistenziale tra noi e le erbacce, quel comune spirito di adattamento e quell'istinto di sopravvivenza che dovrebbero indurci a riconoscere in loro delle compagne di vita da amare, dal destino saldamente intrecciato al nostro. Dettagli sul libro [chiudi] 2022 A cura di ; Traduzione di Bottini Monica; Lomazzi Giuliana; Placidi Sabrina 349 p., ill., brossura, 3 ed. Ponte alle Grazie (Saggi) ISBN 9788862202930 Argomento: Prezzo di copertina: € 19,50 Nella libreria di 1 lettore Aggiungi ai tuoi libri Lista dei desideri Scrivi la recensione Crea un nanoscritto Inserisci una citazione Guarda il booktrailer Il voto della community 7,0 Libro € 19,50 Ebook € 5,99 Vendi la tua copia su Libraccio BOOKeca mostra altri Commenti Non sono presenti commenti per quest'opera. Vuoi essere tu il primo a scriverne uno? Recensioni Non sono presenti recensioni per quest'opera. Vuoi essere tu il primo a scriverne una? Nanoscritti Sei capace di riscrivere questo libro in 451 caratteri? Prova! Non sono presenti nanoscritti per quest'opera. Vuoi essere tu il primo a scriverne uno? Il parere della redazione di Wuz "Qualsiasi pianta che cresca in un ambiente abbandonato diventa un'erbaccia. Le infestanti sono vittime di un reato di associazione a delinquere, e sono accomunate alle compagnie discutibili che frequentano. Se crescono in mezzo al pattume anche loro diventano una specie di rifiuti. Immondizie vegetali."Perché le erbacce e le infestanti sono reputate tali? Da dove nasce questa cattiva fama? Certamente dai problemi che alcune varietà vegetali hanno causato da sempre alle colture agricole. Tutt'oggi, ci ricorda l'autore, sono responsabili di un calo del 10-20 % della produttività agricola.Di certo per lo sviluppo straordinario che hanno avuto anche se provenienti da altre zone del globo, in alcuni luoghi, causando una vera e propria strage di altre varietà.Ma ogni pianta ha un suo scopo, ogni varietà una storia. L'attuale pianta infestante può essere stata in passato una fonte di cibo o di fiori, o in altri luoghi può esserlo tutt'oggi. "Tutto dipende da cosa si intende per erbacce".Esempio? La girardina silvestre, che fu introdotta in Gran Bretagna dai romani come rimedio contro la gotta, ma che 2000 anni dopo è divenuta "l'infestante più ostinata e odiata delle aiuole inglesi".In un luogo una medesima varietà può essere pianta amata e voluta, altrove detestata ed estirpata. Il discorso potrebbe essere ampliato anche agli animali, come ha fatto Marco Di Domenico nel suo bel libro Clandestini. Animali e piante senza permesso di soggiorno, edito da Bollati Boringhieri nel 2008. Continua a leggere