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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2023
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Giampaolo Simi non tradisce le aspettative,mostra personaggi di fantasia ma reali. L'inizio non entusiasma poi il ritmo incalza, i personaggi si delineano e si caratterizzano,il ritmo si intensifica, la trama si fa interessante. Alla fine il personaggio positivo è lui, il bagnino che non ha mai smesso di esserlo. E nella sua capacità di rimanere ai margini ha saputo realizzare il suo aspetto più piacevole ed apprezzabile.
Simi prepara lentamente, con fatica, ma con altrettanta meticolosità, un campo minato da percorrere poi a perdifiato, con scarsissime possibilità di uscirne indenni. Ma nel range indenne/distrutto ci profila tutta una serie di soluzioni intermedie: quale sarà quella definitiva? Chi subirà il trauma peggiore? Il plot parte come un diesel, poi, non appena scaldato a dovere, diventa una turbina da jet! Opera fregiata del premio Scerbanenco nel 2015.
MARIA TERESA LEZZI FIORENTINO “Cosa resta di noi”, un libro che lascia addosso un senso di inquietudine e di tristezza. L’altalena delle emozioni, dei colpi di scena, delle contraddizioni e degli effetti a sorpresa è narrata con eleganza e la scelta dei periodi brevi rende ancor più vive le scene. La storia si sviluppa in nove mesi, da settembre a maggio, come una gestazione. All’inizio non appare molto coinvolgente. Si tratta di una narrazione in prima persona del passato, del proprio lavoro, della vita di coppia senza figli, della “morte al contrario”, dello stare accanto a una donna giovane e bella, di buona famiglia, scrittrice. All’improvviso però il racconto si fa sempre più fitto e serrato, gli eventi annunciati sono da vivere o da morirne e così il libro non si può lasciare, bisogna arrivare alla fine, sperando di scoprire se quel gran pagliaccio del Giangi ha ucciso Anna, ora che sta con Guia. L’inquietudine aumenta, nutrita dalla riflessione sulla quotidianità narrata, sul circolo mediatico che fa sempre impazzire gli ascoltatori o i telespettatori, mentre le vite personali vanno per conto loro, alcune alla deriva. Chissà poi a chi interessa più di tanto la verità. Il presunto assassino è lì a rilasciare autografi, nuovo divo riscoperto ora che la sua donna è scomparsa. Il sorriso compare quando con simpatica ironia l’autore riferisce alcuni particolari della vita degli scrittori: “Pochi possono immaginare cosa significhi vivere accanto a qualcuno che lavora a un romanzo. Si diventa irrilevanti, come del resto diventano irrilevanti anche le orate che, dopo due ore in forno, hanno raggiunto lo stato fossile. Si diventa importuni come il postino che dopo aver urlato tre volte “c’è da firmare!” fa capolino dalla finestra … Ma anche l’orologio che segna ormai le quattro del mattino è parte di un complotto globale che ha un solo scopo: impedire allo scrittore di scrivere.” “Lo scrittore non viene ricoverato perché si confida che un bel giorno esca da quella allucinazione stravolto e sereno, quasi incredulo di quello che è riuscito a fare. Proprio come una donna che ha partorito.”
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