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Correre - Jean Echenoz - copertina
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Descrizione


Quando nello stadio di Berlino, ai campionati delle Forze alleate, scorgono dietro il cartello Czechoslovakia un solo atleta male in arnese, tutti si sbellicano dalle risate. E quando quell'atleta, che storditamente non si è accorto della convocazione, attraversa lo stadio come uno sprinter decerebrato urlando e agitando le braccia, i giornalisti estraggono avidi i taccuini. Ma poi, quando nei cinquemila, pur avendo già un giro di vantaggio, non smette di accelerare e taglia il traguardo in solitudine, ottantamila persone in delirio scattano in piedi. Il nome di quel ceco alto, biondo e che sorride sempre non lo dimenticheranno più: Emil Zatopek. La sua aria mite e gentile è una trappola: dacché, apprendista nello stabilimento Bata di Zlin, ha scoperto che correre gli piace, nessuno l'ha più fermato. Il fatto è che vuole sempre capire fin dove può arrivare. Dello stile se ne frega: ignaro dei canoni accademici, corre come uno sterratore, il volto deformato da un rictus. È, semplicemente, un motore eccezionale sul quale ci si sia scordati di montare la carrozzeria. Ai Giochi olimpici di Londra e poi a Helsinki Emil varca le possibilità umane, diventa invincibile. Nessuno può fermarlo: neppure il regime cecoslovacco, che comincia a chiedersi se un grande sportivo popolare non sia una forma di individualismo borghese.
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Dettagli

2009
14 ottobre 2009
148 p., Brossura
Courir
9788845924330

Valutazioni e recensioni

WILLIAMS MESSINA
Recensioni: 0/5

Potreste mai immaginarlo con la ramazza in mano per le strade di Zlin, la sua città natale, o con la pala mentre scava buche per fissare i pali dei telegrafi?La risposta è alquanto ovvia e per chi l'ha conosciuto per le sue imprese del tutto scontata. Non è possibile pensare al grande Emil Zatopek in altri esercizi se non quelli estremi e fisici a cui si sottoponeva da inimitabile corridore. Un uomo che conosciuta la sofferenza in gioventù, la ripetitività del lavoro in fabbrica, scopre nella corsa la missione della sua vita. Si dedica ad essa con minuziosa dedizione. Affina i tradizionali metodi di allenamento e li traduce nel suo stile inimitabile. 5, 10 mila metri non sono nulla per quel ragazzo che mentre corre ciondola il biondo testone. E allora dai con la maratona e anche lì vincente, come sempre. Helsinki scolpisce il suo nome nella storia. 5 e 10 mila metri e per finire a distanza di pochi giorni i 42,195 km della maratona. Un solo nome si sente gridare dal pubblico nelle arene internazionali. Emil Zatopek, il più grande. Come poter pensare quindi a Lui in altri luoghi e situazioni diversi da quelli legati al mondo dell'atletica. La storia ci riserva strane sorprese e ad Emil il destino non riserva quegli onori degni di un immenso campione. Il regime ceco non sopporta il suo appoggio alla Primavera di Praga e così non diventa impossibile immaginarlo con quella ramazza in mano o a scavare buche per pali. Un piccolo grande racconto per scoprire il grande Emil.

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Jean Echenoz

1947, Orange

Scrittore francese, dopo aver fatto studi di sociologia e ingegneria civile, nel 1970 si trasferisce a Parigi dove inizia a scrivere con regolarità e collabora per un breve periodo al giornale «L'Humanité». Il suo primo manoscritto viene accettato e pubblicato nel 1979 da Les Éditions de Minuit, allora diretta da Jérôme Lindon. Inizia così un proficua collaborazione che vedrà la casa editrice pubblicare anche i suoi romanzi successivi. Ricordiamo Ravel (Adelphi, 2007), Il mio editore (Adelphi 2008), Correre (Adelphi, 2009), Lampi (Adelphi, 2012).Nel 1999 è stato vincitore del prestigioso Premio Goncourt con Me ne vado, mentre precedentemente aveva vinto altri premi, tra i quali, nel 1983, il Prix Médicis con il suo romanzo...

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