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Anno edizione: 1990
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Anno edizione: 2018
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Della stessa autrice ho letto "Medea". L'impostazione è la stessa, cioè fa parlare in prima persona la protagonista, ripercorrendo tutta la loro vita con relative riflessioni. In questo libro ho fatto un pò più di fatica a seguire il racconto per come è stato scritto. In alcune parti è stato emozionante. Comunque consigli sempre di leggerlo.
Cassandra mi perseguita ancora. Dopo così tante riletture, ancora oggi, la sua voce, la sua figura mi commuove, intimorisce, incanta. Con un ritmo ed una profondità che non ho mai riscontrato altrove (seppur sia una lettrice abbastanza affamata), la Wolf risveglia un personaggio mitico fondamentale e tuttavia fino ad allora troppo taciuto, donandole finalmente una voce: quello che ne emerge è il ritratto di una donna immensa, la cui vita viene intessuta all'interno di un flusso di coscienza intimo, devastante, e a tratti teatrale. Questo libro è un mormorio incessante che scava dentro lasciando un solco indelebile, un'opera di cui sarebbe un peccato enorme privarsene.
Romanzo che se da una parte racconta il mito della principessa troiana, condannata da Apollo a prevedere il futuro ma a non essere creduta, testimone impotente della caduta della sua patria, dall'altra adombra un significato che possiamo ritrovare nella vita stessa dell'autrice. Ed è così che le mura di Troia diventano il muro che divise Berlino, i potenti troiani e greci sono i grandi della terra che, tra la Seconda Guerra Mondiale e il post-guerra, sacrificarono la pace in nome del progresso che loro credevano di trovare nella guerra, e la stessa Cassandra è l'emblema del cittadino comune che rifiuta di abbassare la testa e tacere di fronte agli abusi di potere che rischiano di condannare una città che diventa emblema dell'intera umanità. Uno dei mie romanzi preferiti in assoluto.
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