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Casa di mare. Una storia italiana
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Casa di mare. Una storia italiana - Marco Buticchi - copertina
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Casa di mare. Una storia italiana

Descrizione


È la notte del 14 febbraio del 1983. Dovrebbe essere una sera di festa, ma Albino Buticchi è da solo nella sua grande villa di Lerici. Attorno a lui tutto è silenzio, ma dentro la sua mente i pensieri si affollano, e finiscono per correre tutti verso una sola direzione: la pistola che stringe in mano. L'arma che presto si punterà alla tempia. Ma cosa ha spinto un uomo abituato al successo a compiere quel gesto estremo? La vita di Albino Buticchi è stata tutta all'insegna delle passioni. Quella per la velocità e per le auto da corsa, innanzitutto, che lo porta a diventare un pilota di fama, al volante di alcune tra le più titolate vetture da competizione della sua epoca. Quella per il calcio, che lo fa diventare, poco più che quarantenne, presidente del Milan. E quella, dalle conseguenze tragiche, per il gioco d'azzardo: una passione divorante che lo costringe ad accumulare perdite via via sempre più ingenti. Una vita straordinaria la sua, costellata di avventure - dalle esperienze difficili durante la seconda guerra mondiale alla legione straniera fino alla vertiginosa ascesa economica e sociale durante gli anni del boom. Un'esistenza sempre al limite tra l'ambizione e l'eccesso e piena di accadimenti che, visti oggi, hanno quasi il sapore di un favoloso romanzo d'avventura. Eppure, sono state persone uniche come Albino Buticchi a fare l'Italia quando dell'Italia restavano solo macerie.
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Dettagli

2
2016
25 agosto 2016
380 p., ill. , Rilegato
9788830446137
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Indice


Le prime frasi del libro:

La Spezia, Ospedale Civile,
notte del 14 febbraio 1983

«È ancora vivo?»
«Sì, dottore», rispose l’infermiere. «A tratti è anche cosciente.»
Il medico abbassò gli occhiali sul naso, osservò le ferite e assunse un’aria scettica.
«Non è possibile essere coscienti, conciati in questo modo.» Immerse la garza in una soluzione disinfettante dal colore brunito e ripulì i bordi bruciacchiati attorno al foro d’entrata del proiettile. Ripeté l’operazione con quello d’uscita, sull’altra tempia e assai più grande. Dopo la disinfezione, applicò due tamponi candidi sulle lesioni. In pochi istanti le bende si macchiarono del sangue che continuava a fluire.
Nei suoi gesti non c’era la spasmodica fretta che di solito accompagna chi cerca di salvare un essere umano: per quanto aveva modo di vedere, quella vita era da considerarsi ormai irrimediabilmente compromessa.
«Non possiamo fare altro», aggiunse abbassando la voce, quasi non volesse farsi sentire dal paziente. «Non credo che arrivi a domani. Lì dentro dev’esserci solo poltiglia: è questo l’effetto di un proiettile quando colpisce il cervello. Mandiamolo a Pisa, loro sono più attrezzati di noi per fare miracoli. I familiari sono stati avvertiti?»
«Li stanno rintracciando. Nessuno di loro era a Lerici, stanotte.»
«Chissà che colpo, poveracci.»
«Chissà che colpo per l’Italia intera... Questa storia finirà sulle prime pagine di tutti i giornali. Ancora non riesco a capacitarmi. Un uomo così...»
«Sono proprio uomini come questi che, quando cadono, fanno più rumore degli altri.»

«Ho freddo...» sussurrò il ferito. «Mamma, ho freddo.»
«Mi sente, Albino?» chiese l’infermiere chinandosi sulla barella.
«Sì, la sento... Lei mi conosce?» rispose.
«E chi non la conosce, presidente.»
«Ho freddo... mamma...» ripeté, prima che la mente si annebbiasse e tornasse a vagare nell’incoscienza.

Montecarlo, quella sera, gli era apparsa meno sfavillante del solito. Eppure era San Valentino, la festa degli innamorati.
Aveva deciso che per lui era finita sin da quando, nel cuore della notte, era uscito dal Casinò di Beaulieu: lì aveva lasciato l’ultimo assegno a garanzia del debito che aveva contratto. Un debito colossale, cui si andavano a sommare gli assegni circolari che aveva portato con sé e cambiato alle casse di alcuni casinò.
Beaulieu era la terza casa da gioco che aveva visitato nel corso di quella maledetta serata e in ognuna aveva perso cifre da capogiro.
Due amici lo riaccompagnarono in Liguria. Lungo la strada da Monaco a Lerici, cercarono di attenuare la tensione con qualche isolata battuta.
Lui restava in silenzio. Ormai aveva deciso, e lo aveva anche farfugliato tra le rare parole pronunciate durante il viaggio di ritorno. Erano a poche centinaia di metri da casa quando furono fermati dai Carabinieri. «Presidente Buticchi! È lei?» disse il graduato riconoscendolo. «Siamo abituati a vederla al volante. Non l’avevo notata seduto al posto del passeggero. Buona notte di San Valentino», augurò il militare portando la mano alla visiera. Il maresciallo non poteva certo immaginare che, di lì a poco, lo avrebbe rivisto in tutt’altre circostanze.
«Buon San Valentino...» sussurrò Albino con quell’unico pensiero ormai padrone della sua mente.
«Vuoi che ci fermiamo a dormire da te?» chiese uno degli amici.
«Dormire da me? E per quale motivo?»
«Mi sei sembrato un po’... Insomma, un po’ giù. C’è qualcuno dei tuoi con te?»
«Alla mia età me la cavo bene anche da solo, ti ringrazio.»
«Non ci pensare, Albino.»
«A che cosa non dovrei pensare, Angelo?»
«A quello che hai perso... al casinò...»
«Che cosa vuoi che sia, per me. Se li ho persi, in qualche modo li rifarò. I soldi vanno e vengono...» rispose senza convinzione.
Nessuno, al di fuori di una casa da gioco, può avere la cognizione esatta di quali cifre possano essere lasciate su un tavolo verde. Spesso neppure lo stesso giocatore – che può ridursi a implorare perché gli sia concesso un nuovo prestito per rifarsi – sa con precisione quanto sta perdendo.
«Aveva ragione mio padre», mormorò Albino. «Non si arrabbiava perché giocavo d’azzardo sin da ragazzino, ma perché tentavo di rifarmi quando perdevo.»
«Non te la prendere, Albino», disse uno degli amici salutandolo davanti all’ingresso di casa.
«Non me la prendo più», rispose.
Il cancello automatico in ferro battuto della villa si richiuse alle sue spalle.

Valutazioni e recensioni

ALESSANDRO GIAMBITTO
Recensioni: 4/5

Una biografia paterna appassionante e coinvolgente, raccontata in modo lucido e senza fare sconti, ma anche - incredibilmente - senza dimostrare rancore per come è andata e per come sarebbe potuta andare a finire. Un libro che non solo il racconto di una figura complessa e sfaccettata, capace di grandi salti in avanti e grandi cadute, ma anche di un'intera nazione nella generazione in cui tutto sembrava possibile.

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Recensioni: 4/5

In questo libro l'autore racconta la storia di suo padre, Albino Buticchi, regalandoci una spaccato della storia d'Italia dalla guerra fin quasi ai giorni nostri. La storia di Albino Buticchi, uomo amante del rischio e dell'avventura, é molto affascinante e, leggendola, ci si innamora un pò di quest'uomo così coraggioso. Albino cavalca magnificamente il cavallo del miracolo italiano e la storia dell'Italia che fa da sfondo alle avventure paterne é tratteggiata in maniera asciutta e discreta, senza dare giudizi ma con assoluta obiettività.

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Recensioni: 4/5

Marco Buticchi parte dalla “Casa di mare” in Liguria per riprodurre la burrascosa vita di suo padre, Albino Buticchi, del quale narra le gesta che lo condussero dall’originaria condizione di umiltà al successo economico di imprenditore petrolifero e di presidente del Milan calcio. Da Casa di mare emerge un vivido affresco dell’Italia eroica dell’ultimo secolo, dal Dopoguerra alla Dolce Vita, dagli anni del boom economico a quelli del grande calcio italiano. Una finestra aperta su una Nazione capace di risorgere dalle proprie macerie, grazie alle intuizioni e al coraggio dei protagonisti di quell’epoca. Ma l’attenzione del figlio scrittore è soprattutto puntata sull’analisi della patologia che afflisse il padre la smania del gioco d’azzardo che condusse l’uomo di successo all’autodistruzione e causò tante sofferenze familiari. Da Casa di mare emerge un vivido affresco dell’Italia eroica dell’ultimo secolo, dal Dopoguerra alla Dolce Vita, dagli anni del boom economico a quelli del grande calcio italiano. Casa di mare è il ritratto commovente, avventuroso e appassionato.

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Conosci l'autore

Marco Buticchi

1957, La Spezia

Marco Buticchi, il maestro italiano dell’avventura, è nato alla Spezia e ha viaggiato moltissimo per lavoro, nutrendo così anche la sua curiosità, il suo gusto per l’avventura e la sua attenzione per la storia e il particolare fascino dei tanti luoghi che ha visitato. È il primo autore italiano pubblicato da Longanesi nella collana «I maestri dell’avventura » (accanto a Wilbur Smith e Clive Cussler), in cui sono apparsi con grande successo di pubblico e di critica Le Pietre della Luna (1997), Menorah (1998), Profezia (2000), La nave d’oro (2003), L’anello dei re (2005), Il vento dei demoni (2007), Il respiro del deserto (2009), La voce del destino (2011), La stella di pietra (2013), Il segno dell’aquila (2015), La...

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