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Anno edizione: 2003
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L' autore coniugando la filosofia di Platone sull'idea di invisibilitá (anello di Gige) e la filosofia di Aristotele sulla differenza fra forma e materia ci porta a riflettere sulle condizioni dell'anima. I vestiti, l'aspetto, la propria condizione sociale (la materia) non sempre rispecchiano la propria forma interiore. L'intento di coniugare gli aspetti filosofici con la vicenda va un po' a scapito delle vie del giallo, dove il finale è quasi scontato.
Ancora una volta Margaret Doody mette alla prova i meccanismi rigorosi del genere poliziesco: li ambienta indietro di 2.500 anni nell'antica Atene e li sottopone alle ricerche scientifiche di Aristotele detective. Con i suoi romanzi la Doody ha toccato tutte le corde investigative: il giallo classico, il giallo d'azione e la complessa spy story. Al quinto appuntamento, "Aristotele e l'anello di bronzo" (Sellerio, 2003), la professoressa canadese di letteratura comparata nella Notre-Dame University, si cimenta con la forte suspense del genere thriller! Aristotele è impegnato ad approfondire un celebre lemma della sua filosofia, quando un cittadino ateniese viene a chiedergli quella consulenza legale che lo metterà sul sentiero del crimine. Blepiro, un veterano reduce di guerra e menomato in battaglia, si è riciclato come bronzista principiante: nella sua bottega accoglie "una banda di gente indecente" che attira l'ostilità dei benpensenanti. Blepiro è accusato di simulare l'infermità che gli guadagna una pensione dalla città. Ma c'è un che di esagerato nell'accanimento contro il bronzista... Come sempre l'impianto giallo (tinto di noir) è un pretesto per la robusta ricostruzione dell'ambiente e del periodo, questa volta dei bassifondi ateniesi. Di lunghezza nettamente inferiore a quella dei precedenti romanzi, è un romanzo brevissimo e di piacevolissima lettura...
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