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2020VALENTINA Tiepido Una lettura scorrevole, a tratti troppo dettagliata, con un'accelerazione vorticosa sul finale. Una storia scritta bene. Per me non è avvincente, si prosegue per scelta non perché si muoia dalla voglia di leggere come prosegue. Nessun tratto degno di essere ricordato. Un libro da leggere e poi rimettere in circolazione. Avvincente è un'altra cosa. Discordo dalla critica sul retro. Troppo buona
Devo dire che mi è piaciuto molto il contrasto creato dall’autrice tra lo svolgersi degli eventi di cui si voleva narrare, eventi carichi di negatività in luoghi poco predisposti anche meteorologicamente alla luminosità, e di contro il finale che si esaurisce invece circonfuso di luce, e di vita. Insomma anche dopo le peggiori catastrofi, seppur doloranti, frustati, segnati, mutilati negli affetti e stanchi, a chi sopravvive può capitare di ritrovare addirittura una certa qual forma di felicità. Il messaggio di speranza c’è, certo è un romanzo.
Si apre con la situazione attuale per poi utilizzare il flashback narrativo. La prima parte è dedicata alla presentazione dei personaggi del villaggio di Eyam. Conosciamo subito la storia di Anna Frith, una giovane ragazza madre, ma anche vedova. Conosciamo la sua storia personale, la sua infanzia e conosciamo anche il suo ospite: George Viccars, un sarto di Londra che sarà il portatore della peste nel piccolo villaggio. Il rettore Michael Montpellion, che è una sorta di sindaco del villaggio, prende una decisione importante : mettere il villaggio in quarantena e proibire l'importazione o l'esportazione DIRETTA di merci e degli abitanti di Eyam. Da questo momento in poi inizia la parte di mezzo, dedicata al modo in cui il rettore, la moglie Elinor e la domestica Anna Frith (che è appunto la voce narrante) devono prendersi cura degli abitanti. Si susseguono quindi moltissime vicende, la storia di tante famiglie affette dalla peste, i lutti che devono sopportare, le ribellioni degli abitanti, accuse di stregoneria.Consiglio questa lettura.
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