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Anno edizione: 2015
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«Perché viaggiare, insieme a leggere e ascoltare, è sempre la via più utile e più breve per arrivare a se stessi.»
Mark Rothko, Hannah Arendt, Romain Gary, Gidon Kremer. C'è un legame sotterraneo tra alcuni grandi nomi della cultura mondiale: i paesi baltici dove sono nati e la cui anima li ha accompagnati nella fuga oltre confine. È sulle tracce di quest'anima che Jan Brokken attraversa Lettonia, Lituania ed Estonia ricostruendo le vite straordinarie di personaggi celebri e persone comuni, per riscoprire la vitalità di una terra da sempre invasa e contesa, dove la violenza della Storia è stata combattuta con l'arte, la poesia e la musica. Tra i palazzi Jugendstil di Riga e le mura di Tallinn, tra i vicoli ebraici di Vilnius, i castelli della Curlandia e la Königsberg di Kant, oggi Kaliningrad, rivivono i film di Ėjzenštejn, che si unì ai bolscevichi contro il padre zarista per ritrovarsi come lui chiuso in un'ossessione di grandezza; le mille vite di Romain Gary, che nella letteratura trovò rifugio dai campi nazisti senza mai riuscire a perdonarsi di essere un sopravvissuto; quella frattura che attraversa tutte le tele di Rothko, strappato dai rossi tramonti della sua Daugavpils; ma anche la Rivoluzione cantata della giovane Loreta contro i carri armati sovietici, o la segreta diaspora dei baroni baltici, tra cui la moglie di Tomasi di Lampedusa, prima psicanalista donna in Italia. Passato e presente si richiamano come in una sinfonia in cui ogni dettaglio racconta una passione, un'illusione infranta, o una profonda nostalgia. Viaggio in un cruciale ma dimenticato pezzo d'Europa, Anime baltiche lascia il segno di un grande romanzo per capire il XX secolo, perché «viaggiare, insieme a leggere e ascoltare, è la via più breve per arrivare a se stessi».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro che mi ha permesso di scoprire un mondo che conoscevo davvero poco.
Un libro interessante, ho imparato un sacco di cose che non sapevo. Una lettura assai piacevole.
Avevo acquistato quando uscì nel 2015 "Anime Baltiche" di Jan Brokken. Era rimasto tra i libri da leggere per una sorta di attrazione e repulsione verso l'argomento. Infatti avevo attraversato le repubbliche baltiche nel 1993 proprio all'indomani della loro indipendenza e se i paesaggi, la luce del nord e alcuni edifici sopravvissuti erano molto belli, aleggiava su tutti e tre i recenti stati una sorta di cupezza, di senso della tragedia, di fantasmi di gente violentemente scomparsa, che ti si palesava all'improvviso alla mente con solo una sensazione di angoscia. Sapevo di questi paesi che dalla fine dell'800 al 1991 avevano vissuto un secolo di violente tragedie e di continui sconvolgimenti culturali e fisici. Un quadro nel complesso deprimente che non toglieva spazio al bello ma tanto ne lasciava al dolore e all'orrore. L'uscita di un nuovo libro di Brokken, mi ha spinto a dire a me stessa: "prima leggi quello che hai già acquistato". Il volume è un affresco di tragedie e smarrimenti, ma anche una fonte di storie di tante vite che hanno contribuito alla Storia dell'occidente. A partire da Kant (nato a Kaliningrad o Konigsberg) per passare al pittore Markus Rothko,al compositore Arvo Part, allo scultore Jacques Lipchitz,alla storica e filosofa Hannah Arendt, al regista Ėjzenštejn (la corazzata Potëmkin) e poi lo scrittore Romain Gary (una vita davanti a sè). Da qui viene la moglie di Tomasi di Lampedusa, prima psicanalista donna in Italia. Insomma all'Europa appartengono le tante vite narrate da Jan Brokken con una scrittura empatica e coinvolgente e nel libro ho ritrovato le sensazioni e le emozioni che avevo provato nel lontano 1993 Mi sono rivista con le parole di Brokken tra le mura di Tallinn, tra i vicoli di Vilnius, nel palazzo a Rundale, nella Riga Art Nouveau o meglio Jugendstil. Un libro che vale la pena di leggere.
Recensioni
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