Alex di Lemaitre Pierre Mentre cammina per le strade di Parigi, Alex, una giovane donna di trent'anni, viene seguita da uno sconosciuto che, dopo averla aggredita e picchiata selvaggiamente, la carica su un anonimo furgone bianco facendo perdere le sue tracce. Portata in un magazzino abbandonato, la ragazza viene rinchiusa in una gabbia di legno appesa a due metri da terra. Per lei non c'è via d'uscita: non sa dove si trova, né cosa voglia quell'uomo che non le rivolge mai la parola. I giorni passano tra mille sofferenze. Piegata dentro quella gabbia che non le permette il minimo movimento, in quel luogo umido e buio, Alex sente che il suo destino è segnato e che nessuno verrà a soccorrerla. Ha una sola certezza: il suo rapitore vuole vederla morire. C'è però un testimone che ha assistito al rapimento, e grazie alla sua segnalazione il comandante di polizia Camille Verhoeven, un uomo fuori dal comune, con un tragico trascorso personale e modi formidabili, inizia a indagare sulla vicenda. Chi è il sequestratore? Perché ha architettato tutto questo? E, soprattutto, chi è davvero Alex? Quando l'aguzzino viene finalmente identificato e la polizia fa irruzione nel luogo del sequestro, la gabbia è vuota. La ragazza si è volatilizzata... Dettagli sul libro [chiudi] 1025 A cura di ; Traduzione di Viviani Stefano; 341 p., rilegato Mondadori (Omnibus) ISBN 9788804613596 Argomento: Prezzo di copertina: € 17,90 Nella libreria di 5 lettori Aggiungi ai tuoi libri Lista dei desideri Scrivi la recensione Crea un nanoscritto Inserisci una citazione Guarda il booktrailer Il voto della community 9,0 Trama 9,0 Personaggi 9,0 Stile 9,0 Incipit 9,0 Finale 9,0 Copertina 9,0 Libro € 8,95 Ebook € 7,99 Vendi la tua copia su Libraccio BOOKeca mostra altri Commenti Non sono presenti commenti per quest'opera. Vuoi essere tu il primo a scriverne uno? Recensioni Non sono presenti recensioni per quest'opera. Vuoi essere tu il primo a scriverne una? Nanoscritti Sei capace di riscrivere questo libro in 451 caratteri? Prova! Non sono presenti nanoscritti per quest'opera. Vuoi essere tu il primo a scriverne uno? Il parere della redazione di Wuz Sull'aria di "Un giudice", di F. De AndréCosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura/ Te lo rivelan gli occhi e le battute dei criminali, e la curiosità dei tuoi colleghi più normali.Almeno fino a che non scoprono, a loro spese, la verità contenuta in un vecchio adagio milanese. Che recita “Grand, gross e ciula, mej piscinin e gandula”.Ovvero, e traducendo liberamente, “Piuttosto che grande, grosso e un po’ tonto, meglio piccolino ma sveglio”.Ecco. Contratto un debito con Fabrizio De André e con il repertorio popolare lombardo, trasferiamoci sulle rive della Senna, e precisamente al numero civico trentasei del Quai des Orfévres, casa dei flic più tosti fra quelli che mettono a soqquadro i boulevard parigini per trovare ladri, assassini e stupratori e spazzare via un po’ delle mille ombre che ogni giorno oscurano la ville lumière.Se sei uno sbirro alto un metro e quarantacinque, alle prese con le nefandezze d’ogni sorta che si compiono per le strade, e sul fronte interno devi sopportare sarcasmi e compatimenti, bè, allora si può capire se - nel corso degli interrogatori cui sottoporrai i sospettati di delitti efferati - lascerai ai tuoi colleghi più alti il compito di interpretare il ruolo della carota. Perché tu, caro Camille, tu sarai per sempre il bastone. Un bastone corto, forse, ma della tempra più dura che si possa trovare. Continua a leggere