Gli appunti scuola di Wuz.it

Con Tom Knox nel giardino dell'Eden tra gli scavi di Gobekli Tepe e il museo di Sanliurfa, alla ricerca del Segreto della Genesi

Siamo nella Turchia meno occidentalizzata, quella che ha mantenuto le tradizioni, i ritmi del passato, al confine con la Siria. Non è un viaggio facile, bisogna essere pronti ad adattarsi, bisogna essere veri viaggiatori e non semplici turisti, ma ne vale la pena: la meta è il giardino dell'Eden, parola di Tom Knox, giornalista e scrittore.

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Se ne parla pochissimo, pochi i libri che lo raccontano, pochissimi i documentari che mostrano questo luogo, eppure potrebbe essere uno dei siti più importanti della terra, uno dei luoghi fondamentali dell'umanità.
Qui sarebbe nata l'agricoltura, qui l'uomo avrebbe deciso di diventare stanziale, qui avrebbe scelto di trasformarsi da cacciatore in coltivatore di campi... non è certo poco.




Ed è per questo motivo che Tom Knox, dopo aver visitato questi scavi e la zona che li racchiude, dove si trovano città come Sanliurfa (quasi certamente l'antica Ur) o villaggi come Harran, il luogo dove, secondo la Genesi, sarebbe vissuto Abramo, ha deciso di scrivere un romanzo - Il segreto della Genesi - in cui inserire quelle che sono le sue ipotesi su questo luogo incredibile e storicamente fondamentale.

la scheda del romanzo
Leggiamo sul suo sito da un articolo originariamente scritto per il Fortean Times:

""Il taxi turco è tutto arrugginito. Davanti a me, le colline marroni si estendono a perdita d’occhio fino alla Siria. Dai finestrini, intravedo un piccolo villaggio: case di fango, fogne a cielo aperto.
Non è certo il posto più poetico del mondo. Ma se i resoconti sono corretti, sto per arrivare nel sito archeologico più sconvolgente del mondo.
E, cosa ancor più sconvolgente, questo sito potrebbe essere in qualche modo collegato al ‘giardino dell’Eden’. Forse è il giardino dell’Eden.
[...] Scendo dal taxi e mi si avvicina un tedesco sulla cinquantina, dall’aria gioviale. Si chiama Klaus Schmidt ed è l’archeologo a capo degli scavi di Gobekli Tepe.

La storia odierna di Gobekli Tepe (significa ‘collina dell’ombelico’ in Turco) inizia nel 1964, quando una squadra di archeologi americani stava passando al setaccio questa zona remota della Turchia sudorientale.
Gli archeologi notarono che parecchie colline dalla forma strana erano letteralmente ricoperte da frammenti di selce, un segno inequivocabile di attività umana. Eppure, gli studiosi americani se ne andarono, senza effettuare alcuno scavo. Oggi si devono sentire proprio come gli editori che hanno rifiutato il primo Harry Potter
Trent’anni dopo, un pastore del luogo… Eccolo…



…stava curando il gregge quando vide qualcosa di strano: una serie di pietre dalla forma innaturale che spuntavano dalla sabbia.
La voce di quella ‘riscoperta’ del sito arrivò fino alle orecchie dei curatori del museo di Sanliurfa, a cinquanta chilometri di distanza.
Le autorità museali contattarono i loro referenti al ministero, che a loro volta si rivolsero all’Istituto Tedesco di Archeologia a Istanbul.
E così, nel 1994, l’esperto archeologo Klaus Schmidt arrivò qui per cominciare gli scavi. 


il 43.mo megalito di Gobekli Tepe
Finora sono state disseppellite 43 pietre. Sono disposte in cerchi di diametro da cinque a dieci metri.
Attorno ai cerchi ci sono panchine scavate nella roccia, piccole nicchie e muri fatti di mattoni di fango essiccato.
I megaliti sono alti da uno a quattro metri.

Tutto lascia supporre che ce ne siano altri da scovare [...] Le perlustrazioni geomagnetiche delle colline artificiali di Gobekli Tepe hanno rilevato che ci sono almeno altre 250 pietre da riportare alla luce.


E fin qui, tutto... quantomeno notevole.
Se Gobekli Tepe fosse emplicemente questo, sarebbe già straordinario: una Stonehenge turca, una Karnak curda.
Ma c’è di più.
C’è qualcosa di unico, a Gobekli Tepe, che proietta questo sito nella stratosfera dei ritrovamenti archeologici.
Gobekli Tepe è incredibilmente antico.
Il complesso di pietre risale a 12.000 anni fa.
Vale a dire che è stato costruito attorno al 9-10.000 avanti Cristo.
Per fare un paragone, Stonehenge è stato costruito attorno al 2.000 avanti Cristo. Prima della scoperta e della datazione di Gobekli Tepe, il complesso megalitico più antico era ritenuto essere quello di Malta, che risale al 3.500 avanti Cristo.
Perciò, Gobekli Tepe è il più antico sito megalitico del mondo, e di gran lunga anche.
Gobekli Tepe è così stupefacentemente vecchio che addirittura precede la stanzialità degli uomini. Risale all’età pre-ceramica.
Gobekli Tepe ci narra una parte della storia dell’umanità che è a inimmaginabile distanza dalla nostra, quando ancora eravamo cacciatori-raccoglitori. Prima dell’agricoltura.
Come hanno fatto dei ‘cavernicoli’ a costruire qualcosa di così ambizioso? Klaus Schmidt ipotizza che gruppi di cacciatori si siano riuniti periodicamente in questo luogo, attraverso le innumerevoli decadi che ne hanno vista la costruzione. Durante i mesi in cui lavoravano al tempio, probabilmente
i cacciatori vivevano in tende fatte di pelli animali, cacciando la fauna locale per mantenersi. Le tantissime punte di freccia ritrovate attorno a Gobekli supportano questa tesi, così come corroborano la datazione del sito.
Questa rivelazione, e cioè che dei cacciatori-raccoglitori, uomini del primo Neolitico, abbiano costruito qualcosa di così maestoso, è letteralmente rivoluzionaria. Fino a oggi si credeva che l’agricoltura avesse necessariamente preceduto la civilizzazione, che la complessità dell’arte, della società e dell’architettura dipendesse inevitabilmente da una fornitura di cibo costante e regolare quale quella garantita dall’agricoltura.
Gobekli Tepe invece dimostra che la ‘civiltà’dei cacciatoriraccoglitori, in questa regione della Turchia, era molto più avanzata di quanto si ritenesse.

Schmidt prosegue: La cosa incomprensibile è che, sempre attorno all’8.000 avanti Cristo, durante il passaggio all’agricoltura, Gobekli Tepe fu sepolto. Deliberatamente sepolto, intendo dire: non da una frana. Per qualche ragione, i cacciatori, gli ex cacciatori, decisero di seppellire tutto il tempio.
La terra che adesso stiamo rimuovendo dalle pietre è stata portata qua dagli uomini: queste colline sono artificiali.
Il collegamento, a questo punto, è inevitabile e irresistibile. Un paradiso perduto, condizioni di vita idilliache e irrecuperabili, un terribile ‘peccato originario’, perfino un albero solitario.

Può veramente esserci un legame fra Gobekli Tepe e il racconto del Giardino dell’Eden?""



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Certo, dovremo farci trasportare dal suo romanzo, dalla sue teorie, e vivere in modo anche fantastico questo luogo misterioso.
Ma il fascino indubbio che emana quello che ora, proprio a causa delle coltivazioni agricole, è divenuto un deserto quasi inanimato, ma che in passato è stato un eden verdeggiante e profumato dove gli uomini hanno scelto di fermarsi, forse per la prima volta, è grandissimo e certamente vale le fatiche del viaggio.


E mentre siamo in zona, non dimentichiamo una visita alla città di Sanliurfa sulle rive dell'Eufrate (anche Edessa), che la tradizione popolare vuole sia stata la biblica Ur (o Uruk), anche se ufficialmente questa ipotesi non è stata mai confermata, e al suo straordinario quanto dimenticato museo.

alcuni reperti visibili al Museo Archeologico di Sanliurfa

Scrive ancora Knox:

""Servono pochi centesimi per entrare: un prezzo davvero misero per quello che sto per vedere.
Abbandonata nella prima galleria, sotto le scale e attaccata a un estintore, c’è una strana statua, a grandezza naturale, in una pietra giallo-grigiastra: è la statua di un uomo. È stata riportata alla luce nella parte più antica di Sanliurfa durante gli scavi per le fondamenta di una banca.
Le recenti datazioni al carbonio del tempio neolitico in cui è stata ritrovata confermano che questa strana scultura risale al 9-10.000 avanti Cristo. Questo significa che probabilmente è la statua a grandezza naturale di un uomo più antica mai scoperta: il più antico autoritratto in pietra.
E la lasciano qui, di fianco a un estintore.
Lo sguardo fisso dei suoi occhi di ossidiana è incredibilmente triste: sembra puntato oltre i millenni, con angoscia e rimpianto, come se prevedesse il tragico errore dell’umanità.



immagine del deposito del museo archeologico di Sanliurfa

Un altro veloce viaggio in macchina e arrivo sul sito in cui è stata ritrovata la statua.
È un’attrazione locale, conosciuta come Balikli Gol, una lunga e limpida peschiera circondata da moschee dorate e case da tè. C’è anche una chiesa dei crociati riconvertita. I turisti danno da mangiare ai grossi pesci nella peschiera.
Secondo la leggenda, questi pesci sono stati messi qui dal profeta Abramo.
Sono solo leggende, ovviamente. Però, oggi sappiamo – grazie a quella strana statua nel museo di Sanliurfa – che Sanliurfa stessa è incredibilmente antica.
C’è insediamento umano, qui, da oltre dodicimila anni, e forse senza soluzione di continuità.
È davvero così improbabile che il libro della Genesi si riferisca proprio a questa regione, alla fons et origo della civilizzazione?
Non è affatto improbabile, perché sappiamo per certo che altri posti vicino a Sanliurfa sono esplicitamente citati nel libro della Genesi.


Alla fine arriviamo ad Harran, dove c’è una torre in rovina che si innalza dal ciglio della strada.
Un tempo questa era l’Università islamica più antica al mondo. Risale al nono secolo dopo Cristo. Ma il retaggio di Harran è ancora più nobile. Harran è nominata due volte nel libro della Genesi.
Secondo la Bibbia, Abramo un tempo viveva qui
.""


Balikli-Gol il luogo dove vengono allevate la carpe sacre che la leggendea vuole siano state messe qui da Abramo

Se siete appassionati di archeologia e di misteri, non perdetevi il sito di Nemrut Dagi. Non è proprio vicinissimo, si va verso l'Anatolia, siamo in piena Mesopotamia settentrionale, ma è un posto straordinario.
Qui si trovano i resti della tomba santuario del re Antioco I di Commagene, riportata alla luce nel corso di scavi effettuati dalla American School of Oriental Researches diretti da Theresa Goell negli anni Cinquanta.
Ecco un'immagine che mostra quello che si trova in questo luogo incredibile a più di 2000 metri di altitudine.



Nemrut Dagi, I sec. a.C. Un tumulo artificiale, fiancheggiato da terrazze ove posano le colossali statue di Apollo, Giove, Ercole, Tyche, Antioco e altre. Seppur danneggiate dal tempo sono tutt'ora uno spettacolo straordinario

Informazioni turistiche:
consultate il sito www.turchia.it

LIBRI E GUIDE SULLA TURCHIA



10 luglio 2009 Di Giulia Mozzato

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