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Libri di Philipp Telemann Georg

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Philipp Telemann Georg

1681, Magdeburgo

Compositore tedesco. Figlio di un pastore evangelico, in campo musicale fu prevalentemente un autodidatta, ma ebbe modo di verificare le proprie cognizioni musicali e di prendere diretta cognizione di tutti gli stili (in particolare di quello italiano) a Hildesheim (dove trovò un protettore nel rettore del ginnasio), a Braunschweig e ad Hannover. Trasferitosi a Lipsia nel 1701 come studente in giurisprudenza, l'anno seguente fondò un Collegium musicum che contribuì notevolmente allo sviluppo culturale della città, collaborando attivamente con Johann Kuhnau, Cantor della Thomaskirche. Organista della Neue Kirche nel 1704, l'anno dopo si stabilì a Sorau, maestro di cappella in quella corte, poi (1708) ad Eisenach, patria di Johann Sebastian Bach col quale fu in rapporti di amicizia (gli tenne a battesimo il figlio C. Ph. Emanuel). Nel 1712 passò a Francoforte, risollevandone le sorti musicali; nel 1721 si insediò ad Amburgo, dove svolse un'attività frenetica come compositore, direttore di tutta la vita musicale della città (con il suo celebre teatro, che egli diresse sino al 1738, il Collegium musicum, le cinque chiese principali per le quali forniva le musiche), trovando anche il tempo per incidere su rame le proprie musiche per la stampa. Abbandonato dalla moglie nel 1736, nei due anni successivi soggiornò a Parigi; dopo il 1738 non consegnò più musiche agli editori (salvo rarissime eccezioni) e ridusse la propria attività di compositore, che sino a quel momento era stata enorme, forse senza eguali nella storia della musica. Nonostante le molte edizioni, la maggior parte del­l'opera di T. è ancora manoscritta. Un elenco approssimativo comprende 25 lavori teatrali (fra i quali il Singspiel Der geduldige Sokrates, Il Socrate paziente, 1721) e gli intermezzi Pimpinone (1725) e Don Quichotte (1735); 49 passioni; 18 oratori; ca 1800 cantate per il servizio liturgico e altre 140 sacre o celebrative per varie destinazioni; salmi, mottetti sacri, messe, magnificat; composizioni vocali profane (3 oratori, 44 cantate, ca 640 fra serenate, odi e Lieder, molti dei quali corali) e ca 600 composizioni strumentali di vario genere (si ricordano 120 concerti per strumenti diversi, circa altrettante ouvertures, la celebre Musique de Table, 7 sinfonie, divertimenti e suites per orchestra o complessi strumentali; innumerevoli sonate, duetti, trii, quartetti d'ogni genere; sonate, suites, fantasie, fughe, corali e altro per strumento a tastiera; pezzi per liuto). T. redasse anche una rivista musicale («Il fido maestro di musica», dal 1728) e pubblicò (1767) un saggio teorico. Celebrato dai contemporanei come il maggiore dei compositori tedeschi, T., a differenza di Bach, ebbe un'influenza immediata sui musicisti che gli furono vicini, cogliendo lo spirito dell'epoca con la sua netta predilezione per lo stile galante. Ciò è particolarmente evidente nella musica strumentale (si pensi alle tre serie di Musique de Table, 1733, nelle quali T. mette a frutto le possibilità offerte da differenti combinazioni strumentali, e ai Nuovi Quartetti in sei suites, 1738, per flauto, violino, viola da gamba o violoncello e continuo), scritta in molti casi per i dilettanti, talvolta per i dotti (numerose suites sono costituite da brani virtuosistici di grande impegno), ricorrendo a una straordinaria varietà di stili e di atteggiamenti (con formule melodico-ritmiche mutuate anche dalla tradizione slava) e con uno squisito senso della pittura musicale. Formalmente e linguisticamente la musica di T. è ancora barocca; essa ebbe larga diffusione sino agli ultimi decenni del '700, dopo di che scomparve per ritornare in luce nel nostro tempo con il revival della musica barocca. Un'edizione critica delle opere è stata pubblicata negli anni 1951-81; il catalogo tematico (in 3 voll.) nel 1981-84. L'atteggiamento barocco di T. è più evidente nella musica da chiesa, nelle cantate sacre, nelle passioni e negli oratori-passioni (oltre 50, fra cui spicca Tod Jesu, Morte di Gesù, 1755), negli oratori (Das befreite Israel, Israele liberato, 1759; Auferstehung, La Resurrezione, 1760; Der Tag des Gerichts, Il Giorno del Giudizio, 1762). In tali lavori il compositore sfoggia una scienza musicale notevole (le passioni sono molto simili, come taglio, a quelle bachiane) e aggredisce l'ascoltatore con un melodizzare incisivo e uno strumentale sempre variato, che rivelano l'intenzione di evitare quella «routine» che le circostanze imponevano al musicista ufficiale. Non meno significative sono le sue numerose cantate profane per piccolo complesso, con o senza coro.

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