(Pietroburgo 1717 - Mosca 1777) poeta e drammaturgo russo. Fu, a Pietroburgo, uno dei promotori e il direttore (1756-61) del primo teatro stabile russo, cui fornì gran parte del repertorio: 9 tragedie (fra cui le più note sono Chorev, 1747; Dimitrij l’usurpatore, 1771; Mstislav, 1774), 15 commedie, più molti libretti per opera e soggetti per balletti. Le tragedie, in distici alessandrini, imitano i modelli classici francesi (traduttore di Boileau, S. fu con eccessiva indulgenza soprannominato il Racine del Nord) e prendono spunto, per lo più, dalla storia russa; le commedie, anch’esse ricalcate su modelli francesi, sono appesantite da un dialogo rigido e stereotipato. Nonostante l’importanza fondamentale dell’opera teatrale di S. per la storia della cultura russa, la sua fama, oggi, è affidata essenzialmente alla produzione poetica: favole (le prime della letteratura russa), satire aspre e gustose contro i burocrati e la gente di legge, canzoni ispirate da una genuina vena melodica e notevoli per l’originalità metrica, anche se legate ai modelli convenzionali della poesia d’amore.