(Parigi 1588-1672) filosofo e scrittore francese. Amico di Gassendi, Diodati e Naudé, contribuì alla diffusione del pensiero scettico e libertino con i Quattro dialoghi scritti a imitazione degli antichi (Quatre dialogues faits à l’imitation des anciens, 1630), testo vivacemente polemico nei confronti del razionalismo del tempo. L’opera fu arricchita l’anno dopo di cinque nuovi dialoghi, di uno scetticismo ancor più radicale, cui lo stesso autore pose un argine in una successiva edizione, quando il suo pensiero si assestò nelle formule più prudenti di un «pirronismo cristiano». Entrato, dopo il ’33, al servizio di Richelieu, La M. scrisse opere di perfetta ortodossia: Piccolo discorso cristiano sull’immortalità dell’anima (Petit discours chrétien de l’immortalité de l’âme, 1637) e, contro il giansenismo, La virtù dei pagani (La vertu des payens, 1641). Tornò peraltro alla vena scettica dopo la morte di Richelieu (Opuscoli, Opuscules, 1643). Si occupò anche dei problemi della lingua nelle Considerazioni sull’eloquenza francese del nostro tempo (Considérations sur l’éloquence françoise de ce temps, 1637), opera in cui discute i princìpi di Vaugelas, rifiutando da un lato gli eccessi del purismo, dall’altro il peso accordato, in fatto di lingua, agli ambienti mondani anziché a quelli eruditi e accademici.