(Castello di Lubowitz 1788 - Neisse 1857) scrittore tedesco. Studiò diritto e filosofia a Halle e a Heidelberg, dove conobbe Görres, Arnim e Brentano, e terminò gli studi a Vienna, dove frequentò F. Schlegel e il suo gruppo. Si arruolò volontario durante le guerre antinapoleoniche; in seguito intraprese la carriera burocratica nell’amministrazione prussiana. Il suo primo romanzo, Presentimento e presenza (Ahnung und Gegenwart, 1815), è ambientato nel periodo che precede le insurrezioni antinapoleoniche. Un senso quasi pagano della natura è nel racconto, per altro assai macchinoso, La statua di marmo (Das Marmorbild, 1817). Nel suo capolavoro, la novella La vita di un perdigiorno (Aus dem Leben eines Taugenichts, 1826), è evocato il fascino di una vita spesa in sognante vagabondaggio: un giovane, figlio di mugnai, abbandona la famiglia e se ne va per il mondo nutrendosi di musica, d’amore e di dolce nostalgia, sullo sfondo di un paesaggio magico e armonioso. Una vivace commedia ricca di sottile ironia è I pretendenti (Die Freier, 1833), ispirata a Marivaux. Le vicende avventurose di goliardi e di artisti sono narrate nel romanzo I poeti e i loro compagni (Dichter und ihre Gesellen, 1834). Benché abbia scritto numerose opere in prosa, E., considerato dalla critica come uno dei maggiori esponenti del secondo romanticismo tedesco, è essenzialmente un lirico. Nei suoi Lieder, tra i più belli della letteratura tedesca, egli celebra la misteriosa armonia tra sentimenti e natura e ne coglie, al di là delle gioie dei sensi, le profonde implicazioni religiose. Di qui la serenità che lo distingue dagli altri romantici, e la pacata ironia con cui sono descritte le vicende umane.