(Champmarin, Aubigné, 1589 - Parigi 1670) poeta francese. Fu discepolo prediletto di F. de Malherbe, al quale consacrò un’interessante biografia intitolata Memorie per una vita di Malherbe (Mémoires sur la vie de Malherbe, 1631). Aveva esordito con successo, nel 1619, con Artenice (Arthénice), che successivamente pubblicò col titolo di Le pastorali (Les bergeries, 1625): un dramma pastorale di largo respiro e di straordinaria raffinatezza stilistica, vicina ai modi della poesia bucolica italiana, in particolare all’Aminta di Torquato Tasso e al Pastor fido di G.B. Guarini. A una saggezza squisitamente oraziana (e malherbiana) s’ispirano invece le celebri Stanze sul ritiro (Stances sur la retraite, 1618 ca), nutrite di pacate riflessioni sul declino delle potenze e sulla labilità d’ogni umana gloria: tono moraleggiante che troverà esiti religiosi nella parafrasi dei Salmi (Psaumes, 1627-60) e nelle Odi sacre (Odes sacrées, 1651).