(Pietroburgo 1896 - Mosca 1979) scrittore sovietico. Prima di legarsi al gruppo dei fratelli di Serapione, era stato ussaro nella guerra del 1914 e aveva combattuto per la difesa di Pietroburgo durante la guerra civile. Le sue prime raccolte di versi, L’orda (1920-21) e L’idromele (1921-22), cantano le gesta eroiche della rivoluzione, con un pathos schiettamente romantico e tuttavia controllato da una scrittura che, per nitore e fermezza d’immagini, richiama i modi dell’acmeismo. La produzione successiva, sempre più influenzata, nella forma, dall’arte di B. Pasternak, volge a contenuti e toni diversi: di gusto esotico sono le liriche di Jurga (1930) e i Versi su Kachatii (1935), ispirati a lontane regioni della Russia orientale e meridionale; dall’esperienza di un viaggio a Parigi nacque la raccolta L’ombra di un amico (1937); al genere epico appartiene il poema Kirov è con noi (1941), efficace rievocazione dell’assedio di Leningrado, cui T. dedicherà anche una serie di novelle drammatiche e appassionate (Racconti di Leningrado, 1942). L’opera postbellica evidenzia il graduale passaggio di T. a una letteratura rigidamente ortodossa e propagandistica, in accordo col suo ruolo di poeta «ufficiale» pluridecorato: ne sono esempi le poesie di Primavera georgiana (1948), i Racconti del Pakistan (1951) e la raccolta di versi Due correnti (1951).