(San Paolo 1890-1954) scrittore brasiliano. Nel 1922 fu tra gli iniziatori del movimento modernista brasiliano. Con la raccolta di poesie Legno Brasile (Pau Brasil, 1925), seguita da Primo quaderno dell’alunno di poesia O. de Andrade (Primeiro caderno do aluno de poesia O. de Andrade, 1927), espresse la necessità di un ritorno alle più autentiche origini della storia e della cultura del paese; pubblicò poi, con R. Bopp e altri, il manifesto della corrente «Antropofagia» (1928), rifiuto polemico e beffardo dell’Europa e riscoperta della cultura autoctona. Della sua attività di narratore sono da ricordare la «trilogia dell’esilio» (I condannati, Os condenados, 1922; La stella d’assenzio, A estrela de absinto, 1927; La scala rossa, A escada vermelha, 1934), due romanzi «sentimentali» (Memorie sentimentali di João Miramar, Memórias sentimentais de J.M., 1923, e Serafino Ponte Grande, Serafim Ponte Grande, 1933) e Limite zero (Marco zero, 1943), complesso ritratto della società del suo paese. Nuovo favore di pubblico sta conquistando il suo teatro di avanguardia, per molti anni considerato teatro di «lettura»: Il re della candela (O rei da vela, 1937), L’uomo e il cavallo (O homen e o cavalo, 1934), La morte (A morte, 1937).