(Magdeburgo 1796 - Düsseldorf 1840) romanziere e drammaturgo tedesco. Studiò diritto a Halle dal 1813 al 1817 e partecipò come volontario alle «guerre di liberazione» contro Napoleone; dal 1817 al 1834 fu magistrato dello stato prussiano. Dal 1834 al 1837 diresse il teatro comunale di Düsseldorf, mirando a elevare il livello artistico delle rappresentazioni e a rinnovare il repertorio (assunse come collaboratore il drammaturgo realista Chr.D. Grabbe, del quale fece rappresentare nel 1836 La battaglia di Arminio). La sua fama di autore teatrale è legata soprattutto a Tragedia in Tirolo (Trauerspiel in Tirol, 1827), rifatta poi nel 1834 col titolo Andreas Hofer, che esalta la lotta dei tirolesi per la libertà, e al mistero drammatico Merlin (1832), tentativo «faustiano», scenicamente assai debole, di sciogliere la contraddizione umana fra reale e ideale.Tra le opere narrative, Gli epigoni (Die Epigonen, 1836), romanzo sulla transizione che trasformerà la Germania in un paese industriale, mantiene una rilevante importanza storico-culturale, ma soffre di vistose sproporzioni e di una enfatica tensione stilistica. Nel secondo romanzo, Münchhausen, una storia in arabeschi (Münchhausen, eine Geschichte in Arabesken, 1838-39), la figura del barone di Münchhausen, che aveva già alle spalle una ricca letteratura (R.E. Raspe, G.A. Bürger), è collocata al centro di una arzigogolata ricostruzione della vita sociale contemporanea, nella quale spesso interviene la voce ironica dell’autore. I. inserì nel romanzo, in modo quasi autonomo, la novella Oberhof, una rappresentazione della società contadina che servirà da modello alla ricca tradizione tedesca dei racconti di ambiente rurale.