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John R. R. Tolkien

La compagnia dell'anello. Il Signore degli anelli. Vol. 1

Riassunto

Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien è uno dei massimi capolavori della letteratura fantasy. Pubblicato per la prima volta in Gran Bretagna tra il 1945 e il 1955, è diviso in tre libri: La compagnia dell'anello, Le due torri, Il ritorno del Re. Il primo libro della trilogia segue, a distanza di qualche anno, le avventure narrate ne Lo Hobbit, romanzo che per la prima volta ci fa conoscere gli Hobbit e la famiglia Baggins in particolare.

Premessa
Per poter capire al meglio tutte le vicende che si svolgeranno nella trama della trilogia, è necessario conoscere i fatti avvenuti nella prima opera di Tolkien Lo Hobbit, e preferibilmente - ma non necessariamente - de Il Silmarillion. Ideale sarebbe dare un ordine preciso agli eventi, secondo il livello temporale della fabula (trama), partendo dall’ultima opera di Tolkien il Silmarillion, pubblicata postuma alla morte dello scrittore dal figlio negli anni settanta, ma la cui scrittura era iniziata attorno al 1917. Non nasce come romanzo, ma è più che altro un legendarium, cioè una raccolta di storie e leggende che definiscono i contorni del mondo di Tolkien. Basti sapere che l’ultimo capitolo del Silmarillion si chiude con la crea
zione degli Anelli del Potere da parte di Sauron. Il Signore degli Anelli, da par suo, si apre con la celebre poesia ripresa appunto dall’ultimo capitolo del Silmarillion, premessa fondamentale per il lettore:

«Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'oscuro Sire chiuso nella reggia tetrav Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende»

Silmarillion

Tutto il mondo di Tolkien si divide in quattro ere. Nella prima l’universo fu creato dall’unico Dio Eru Ilúvatar, padre dei potenti spiriti, gli Ainur, nati dal suo pensiero. Tra i primi Ainur ci sono gli stregoni: Gandalf il grigio, Saruman il bianco, Radagast il bruno e i due maghi blu: solo alla fine della seconda era prenderanno forma umana. Dei primi Ainur fa parte anche Melkor. Quest’ultimo comincia a provare invidia per il potere di Eru Ilùvatar, demiurgo che tutto può creare dal solo pensiero. Così durante la creazione di Eà (l’universo) ed Arda (la Terra), tramite la musica degli Ainur intonata dal Dio Eru, Melkor comincia a cambiare il corso degli eventi arbitrariamente, corrompendo il canto degli Ainur e immettendo il male nel mondo. Tutta la seconda era è dedicata alla guerra di Melkor e al suo tentativo di sottomettere tutti gli esseri viventi.
Dopo varie battaglie però Melkor viene sconfitto ed esiliato in un limbo senza tempo e spazio. A comandare le sue orde di orchi (Elfi catturati e torturati da Melkor e poi trasformati in creature orribili) rimane Sauron suo fedele servo, creatore dell’Anello del Potere. Ha inizio così la terza era.
La quarta era, detta “era degli uomini”, comincerà alla fine della Trilogia dell’Anello.
Prologo - tratto dal film di Peter Jackson La Compagnia dell’Anello
“Molto di ciò che era si è perduto, perché ora non vive nessuno che lo ricordi.”

‹‹Tutto ebbe inizio con la forgiatura dei grandi anelli: tre furono dati agli Elfi, gli esseri immortali, più saggi e leali di tutti; sette ai re dei Nani, grandi minatori e costruttori di città nelle montagne; e nove, nove anelli furono dati alla razza degli Uomini, che più di qualunque cosa desiderano il potere. Poiché in questi anelli erano sigillati la forza e la volontà di comandare tutte le razze. Ma tutti loro furono ingannati, perché venne creato un altro anello: nella terra di Mordor, tra le fiamme del Monte Fato, Sauron l’Oscuro Signore forgiò in segreto l’anello sovrano per controllare tutti gli altri, e in questo anello riversò tutta la sua crudeltà, la sua malvagità, e la sua volontà di dominare ogni forma di vita: “un anello per domarli tutti”. Uno ad uno i paesi liberi della Terra di Mezzo caddero sotto il potere dell’Anello, ma alcuni opposero resistenza. Un’ultima alleanza di Uomini ed Elfi marciò contro le armate di Mordor, e sui pendii del Monte Fato, combatté per la libertà della Terra di Mezzo.
La vittoria era vicina, ma il potere dell’Anello non poteva essere sopraffatto: la potenza di Sauron era infinita. Fu in quel momento, quando ogni speranza era svanita, che Isildur, figlio del re di Nùmenor, afferrò la spada spezzata di suo padre, e con quel che restava della lama recise con un fendente il dito di Sauron che indossava l’Anello. Sauron, il nemico dei popoli liberi della Terra di Mezzo, venne sconfitto. L’Anello passò a Isildur che ebbe quest’unica possibilità di distruggere il male per sempre. Ma il cuore degli uomini si corrompe facilmente e l’Anello del Potere ha una volontà sua.
Esso condusse Isildur alla morte, e alcune cose che non avrebbero dovute essere dimenticate andarono perdute; la storia divenne leggenda, la leggenda mito, e per 2500 anni dell’Anello si perse ogni conoscenza. Finché, quando si presentò l’occasione, esso irretì un nuovo portatore. L’Anello pervenne alla creatura chiamata Gollum che lo portò nei profondi cunicoli delle Montagne Nebbiose, e lì l’Anello lo consumò. L’Anello diede a Gollum un’innaturale, lunga vita: per 500 anni avvelenò la sua mente, e nell’oscurità della caverna di Gollum, attese. Le tenebre strisciarono di nuovo nella foresta del mondo; correvano voci di un’ombra ad est, sussurri di una paura senza nome.
E l’Anello del Potere percepì che era giunto il suo momento: abbandonò Gollum. Ma accadde qualcosa che l’Anello non aveva previsto. Fu raccolto dalla creatura più improbabile che ci fosse: uno Hobbit, Bilbo Baggins della Contea. Perché presto arriverà il momento in cui gli Hobbit plasmeranno la fortuna di tutti››.


La compagnia dell’anello - Riassunto
La storia comincia con un anziano Bilbo Baggins che vive tranquillo nella Contea degli Hobbit, insieme al cugino e nipote acquisito Frodo, adottato dopo che questi rimase orfano da bambino. Tutta la contea degli Hobbit è in fibrillazione per i preparativi della festa di compleanno che Bilbo sta organizzando per festeggiare i suoi 111 anni. Alla festa è presente anche lo stregone Gandalf il Grigio, suo grande amico e compagno di avventure. Bilbo però ha un piano: lasciare tutto in eredità a Frodo con l’intento di partire e non far più ritorno alla Contea. Così, al culmine della festa, durante il suo discorso di ringraziamento, Bilbo indossa di nascosto un misterioso anello, e scompare dileguandosi sotto lo stupore di tutti gli invitati. Solo Gandalf capisce che si tratta del magico anello che lo Hobbit aveva sottratto a una strana creatura cinquant’anni prima, e lo esorta a cederlo a Frodo insieme al resto dell’eredità, in modo da lasciarsi tutto alle spalle prima di partire. Riluttante nel distaccarsi dal monile al punto da destar sospetti, Bilbo alla fine si convince, lascia l’anello allo stregone e abbandona per sempre la Contea. Gandalf è alquanto sospettoso del comportamento di Bilbo, e decide di partire per indagare a fondo sulla questione, non prima di aver fatto le giuste raccomandazioni a Frodo sul tenere ben nascosto l’anello dello zio. Quindici anni dopo Gandalf torna alla Contea. Per verificare che non si tratti di qualcosa di ben più pericoloso di un semplice oggetto magico, getta l’anello nel fuoco del camino di un preoccupato Frodo. Tra le fiamme, l’anello svela delle incisioni scritte in una strana lingua antica (Linguaggio Nero): “Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli”. Purtroppo le paure di Gandalf sono fondate. La scritta rivela la natura dell’anello: non si tratta, come si era pensato fino a quel momento, di un semplice oggetto magico capace di rendere invisibili, ma dell’Unico Anello creato dall’Oscuro Signore Sauron, il quale farà di tutto per riaverlo. Dopo aver incaricato Frodo di andar via dalla Contea per evitare di mettere in grave pericolo tutti gli Hobbit, e aver fissato come luogo d'incontro la citta di Brea, Gandalf parte alla volta di Isengard per parlare con Saruman il Bianco, capo del suo ordine, e riferirgli così dell’anello del potere e dell’imminente ritorno di Sauron.

Frodo quindi è costretto a partire con solo il suo fedele servitore Sam e i due amici Pipino e Merry. I quattro Hobbit si trovano subito in pericolo perché braccati dai Cavalieri Neri che nel frattempo hanno scoperto da Gollum – dopo averlo torturato – che l’anello gli era stato sottratto molti anni prima da uno Hobbit di nome Baggins. I quattro piccoli amici scappano dalla Contea, e dopo varie peripezie (catturati dagli Spettri dei Tumuli e dal Vecchio Uomo Salice e poi liberati da uno strano personaggio di nome Tom Bombadil, non presente nel film), raggiungono la locanda del Pony Impennato nella contea di Brea, luogo in cui li avrebbe dovuti attendere Gandalf.

Qui, invece, fanno la conoscenza di uomo, un Ramingo del nord (ranger) che da quelle parti chiamano Grampasso. In realtà egli si chiama Aragorn, ed è il legittimo erede al trono di Gondor, ultimo discendente della stirpe di Re Isildur, colui che aveva sottratto l’Anello a Sauron mozzandogli il dito in battaglia. Aragorn è stato incaricato da Gandalf di proteggere Frodo e i suoi piccoli compagni di viaggio da eventuali pericoli. Infatti la stessa notte i Cavalieri Neri trovano la locanda del gruppo, e dànno l'assalto alle stanze dove gli Hobbitt stanno passando la notte. Fortunatamente, Aragorn aveva deciso di partire in tutta fretta, avendo intuito le intenzioni dei Cavalieri. Le istruzioni di Gandalf sono chiare: gli Hobbitt e Granpasso si devono recare a Granburrone, nel regno elfico di Re Elrond. Purtroppo l’influenza malvagia dell’anello comincia a fare effetto su Frodo che, durante il cammino, prova l’impulso irrefrenabile di indossare l’anello del potere, permettendo ai Cavalieri Neri - che in realtà sono i Nazgul - di individuarlo nel "mondo del crepuscolo perenne", luogo ultraterreno nel quale l’Anello conduce chi lo indossa.
Qui lo Hobbit viene ferito dal Re dei Nazgul con la sua spada avvelenata. Per fortuna in soccorso agli Hobbit e al Ramingo arriva l’Elfo Glorfindel (nel film invece arriva Arwen, Elfa amata da Aragorn) che li condurrà a Granburrone permettendo così a Frodo di ottenere le cure necessarie per salvarsi. Tuttavia lo Hobbit non guarirà mai dalla ferita infertagli dal re dei Nazgul. Al suo risveglio Frodo ritrova lo zio Bilbo e Gandalf. Quest'ultimo spiega la sua assenza per via del tradimento di Saruman, che alleatosi con Sauron, lo aveva imprigionato in cima alla Torre Nera dalla quale era riuscito a scappare solo grazie all’aiuto del Signore delle Aquile.
A Granburrone, intanto, giungono i rappresentanti di Elfi, Nani e Uomini da tutta la Terra di Mezzo, in un Consiglio presieduto dal re degli Elfi Elrond, per poter discutere del pericolo che Sauron stava diventando per tutta la Terra di Mezzo. Quando i presenti scoprono che l’Anello di Sauron si trova a Granburrone, propongono di usare l’arma del nemico contro di lui. Ma i saggi Gandalf e Re Elrond dissuadono tutti riferendo che l’Anello è un’estensione dell’essenza di Sauron. Esso possiede una volontà propria e non esiste essere al mondo (a parte il misterioso personaggio Tom Bombadil) capace di sottrarsi al potere dell’Unico Anello, troppo pericoloso per poter essere usato. L’unica soluzione per liberarsi di Sauron è quella di distruggere l’Anello, gettandolo nel Monte Fato, il vulcano nel quale era stato forgiato. Frodo sembra resistere molto bene alla malvagità dell’Anello, e per questo si offre volontario per essere nominato suo portatore: sarà lui a dover raggiungere il Monte Fato, nel reame di Mordor, e distruggere per sempre l’Anello. Otto compagni si offrono di aiutarlo nella sua avventura: l’Elfo Legolas, gli umani Grampasso (nel frattempo rivelatosi a tutti come Aragorn, ultimo erede della stirpe dei re di Númenor) e Boromir figlio del Sovrintendente di Gondor, il Nano Gimli, e Gandalf; più i tre piccoli Hobbit che l’avevano accompagnato dall’inizio del suo viaggio: Sam, Merry e Pipino: tutti insieme essi formano la Compagnia dei Nove. Il viaggio quindi ha inizio, e la Compagnia dell’Anello si avvia verso sud, alla volta di Mordor. In un primo momento tentano di superare le Montagne Nebbiose attraverso il valico di Caradhras, ma falliscono a causa delle tempeste scatenate contro di loro dallo stesso Caradhras, tristemente famoso per la sua crudeltà contro i viaggiatori.
La Compagnia è costretta quindi ad aggirare le montagne e attraversare le miniere di Moria, regno dei Nani. Per decine di miglia, Gandalf guida alla luce del suo magico bastone i viaggiatori nell'immensa oscurità della città sotterranea, fino a giungere, senza incontrare anima viva, in una grande stanza nella quale al centro si erge la tomba di Re Balin, signore di Moria. Gimli capisce che non c’è stata salvezza per i Nani di Moria, massacrati dagli Orchi. Ed è proprio allora che vengono attaccati da un gruppo di Goblin e da un gigantesco Troll - che riescono a sconfiggere - per poi essere braccati da un essere diabolico e millenario, il Flagello di Durin, o fuoco di Udun, com'era soprannominato dai Nani, un terrificante Balrog di Morgoth.

Quando il Balrog avanza verso la Compagnia, Gandalf spezza il ponte, facendo precipitare l'avversario nell'abisso. Ma nella caduta, il demone intreccia la sua frusta attorno alle ginocchia dello stregone, trascinandolo con sé nel precipizio. Il gruppo si salva ma perde il suo leader, e tra lo sconforto generale s’incammina verso il regno elfico di Lórien.
Dopo un soggiorno di due mesi, e dopo aver ricevuto molti doni dal sovrano degli Elfi Celeborn e dalla Regina Galadriel (la quale dona a Frodo la luce di Erenthil), i compagni ripartono per il loro viaggio su delle barche lungo il corso del fiume Anduin, fino a raggiungere il regno di Gondor. NB: Per questioni legate alla trama, il film di Peter Jackson si conclude con le vicende iniziali scritte nel secondo libro Le Due Torri.

Ambientazione:
Terra di Mezzo, 3001-3019 della Terza Era
Personaggi principali:
Frodo Baggins - Hobbit
Bilbo Baggins - Hobbit
Samvise Gamgee - Hobbit
Peregrino Tuc - Hobbit
Meriadoc Brandibuck - Hobbit
Aragorn - ultimo discendente del Re degli Uomini ed erede al trono di Gondor
Gandalf – Stregonev
Gimli - Nano
Legolas - Elfo
Boromir - figlio del Sovrintendente del regno di Gondor
Antagonisti:
Sauron - L'Oscuro Signore
Saruman il Bianco - Stregone
Re dei Nazgul - barccio destro di Sauron
Goblin, Orchi, Troll e Uruk-hai - esercito di Mordor


Fonte: Wuz.it

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