La marchesa di Merteuil, vedova depravata che nasconde la sua malvagia condotta agli occhi della società, intrattiene rapporti di amicizia col visconte di Valmont, suo ex-amante, seduttore di professione. Un altro vecchio amante della marchesa si prepara a sposare la signorina Cécile de Volanges, fanciulla appena uscita di collegio, e si vanta anzitempo di essere completamente immune da qualsiasi tipo di disavventura coniugale: Cécile non lo tradirà mai, ne è certo. La marchesa, per vendicarsi del suo vecchio amante, sprona Valmont a sedurre la giovane.
Nel frattempo, però, egli è intento alla conquista di un'austera e virtuosa donna di grande bellezza, Madame de Tourvel, e Valmont riesce nell'intento grazie alla sua arte consumata, sfruttando l'innocenza, la compassione, la bontà della donna. Poi, arrabbiato con la signora di Volanges che ha detto male di lui, si mette all'opera per rovinare la di lei reputazione e, fingendosi intermediario nell’amore tra questa e il giovane, onesto cavaliere Danceny, la corrompe nell'anima e nel corpo, aiutato dalla Merteuil, meschina consigliera della ragazza. Sedotta la Tourvel, Valmont l'abbandona offendendola vilmente, dopo che si attende il premio promesso dalla Morteuil, il suo rinnovato favore. Essa glielo nega, preferendogli il giovane Danceny.
In un duello fra i due Valmont è colpito, e morendo svela al rivale la maggior colpevole e il male che ella ha fatto. La Merteuil, da tutti riconosciuta colpevole e vilipesa, fugge all'estero, sfigurata dal vaiolo. La Tourvel, invece, ritiratasi in un convento vi muore di strazio. Al convento torna, decisa a restarvi, la signorina di Volanges. I casi che si dice siano realmente avvenuti a Grenoble, alcuni episodi più liberi, ricordano il settecentesco romanzo libertino. Non si può dire che l'opera sia riscattata dalla punizione dei colpevoli e dalla rovina che fa seguito al male. Se c'è una qualche forma di redenzione, è piuttosto indotta dalla tragica forza della figura della Tourvel, e dalla lucidità con cui viene condotto lo studio del perverso cuore umano, fissato con una lucidità che alcuni critici hanno definito "stendhaliana".
La forma epistolare, sia detto per inciso, non diminuisce affatto l' energia della narrazione, e anzi riesce a dare risalto alle figure dei protagonisti e dei comprimari. Valmont è un tipo davvero ben caratterizzato, al punto da riuscire perfino a fare velo alla vera protagonista, la signora di Merteuil. Le Relazioni pericolose si possono considerare una delle opere più caratteristiche del Settecento francese, lucida, amara, anticipatrice nel suo acuto realismo psicologico.
Fonte: Wuz.it
