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Miguel de Cervantes

Don Chisciotte della Mancia

Riassunto

La vicenda principale è costituita dalla narrazione dei viaggi e delle avventure del protagonista, che per tre volte lascia il suo villaggio per poi farvi ritorno. I primi due viaggi sono narrati nella prima parte, l'ultimo nella seconda.

Nella trama principale s'inseriscono interrompendola molti episodi, vere e proprie novelle all'interno del romanzo (per es. la storia di Crisostomo e Marcela o quella di Cardenie e Lucinda).

Prima parte (composta nel 1605, capitoli I- VI). In un anonimo paese della Mancia vive Alonso Quijana, un hidalgo appassionato lettore di romanzi cavallereschi. Tale passione si trasforma col tempo in una vera ossessione, e giunto alla soglia dei cinquant'anni egli decide di rinnovare le gesta dei cavalieri erranti, nell'intento di aiutare i deboli e sconfiggere i prepotenti. Assume il nome di Don Chisciotte della Mancia, ribattezza il suo magro cavallo Ronzinante , si sceglie una dama nella figura di una giovane contadina, cui muta il nome di Aldonza Lorenzo in quello più prezioso di Dulcinea del Toboso, e parte alla ventura. In una locanda, che nella sua follia scambia per un castello, pretende dall'oste di essere ordinato cavaliere. All'alba soddisfatto riparte e lungo il cammino prima impedisce a un contadino di frustare il pecoraio, che péro, allontanatosi Don Chisciotte, prenderà una doppia razione di bastonate; poi vuole imporre ad alcuni mercanti di lodare la bellezza di Dulcinea e ne esce carico di botte. Stremato, è raccolto da un contadino che a dorso d'un mulo lo riporta al paese, dove il parroco, il barbiere, la governante l'attendono.

(capitoli VII-LII) Don Chisciotte riesce a convincere, col miraggio di un'isola da governare, il povero contadino Sancio Panza a fargli da scudiere. Nella notte, fatte le provviste, partono per andare incontro a mille avventure che ripetono uno stesso schema: Don Chisciotte scambia la realtà per le proprie fantasticherie e disilluso ne attribuisce la responsabilità a un maligno incantatore. Così il cavaliere assale dei mulini a vento scambiati per giganti , combatte un gregge di pecore e montoni che gli paiono eserciti nemici, irrompe in un pacifico corteo funebre per impedire il trafugamento d'un nobile cavaliere, prende con la forza la bacinella di un barbiere che gli pare l'elmo di Mambrino. In mezzo a queste avventure, Chisciotte e Sancio vengono ospitati da alcuni caprai e durante la cena il cavaliere incanta gli ospiti con un racconto sull'età dell'oro e ascolta la storia della tragica morte, per amore, di Crisostomo rifiutato da Marcela. Spinto da un astratto spirito di giustizia il cavaliere libera alcuni prigionieri mentre vengono condotti sulle galere del re e quando vuole che prestino omaggio a Dulcinea viene preso a pietrate. Su consiglio di Sancio, che teme le reazioni della giustizia in seguito a questa avventura, si ritira nella Sierra Morena. Qui incontra il giovane Cardenio, folle d'amore per Lucinda che gli preferisce Fernando, che per lei ha abbandonato Dorotea. Le vicende sentimentali di queste due coppie s'intrecciano ora con quelle di Don Chisciotte, che deciso a fare penitenza nei boschi, come Amadigi, si aggira nudo tra gli alberi. Tornato al paese, Sancio, il parroco e il barbiere decidono di riportarlo a casa con uno stratagemma. Dorotea finge di essere la Principessa Micomicona e chiede aiuto al cavaliere contro un gigante che minaccia il suo regno. Don Chisciotte non esita e in una locanda affronta degli otri di vino scambiati per il terribile gigante. Finalmente dopo altre avventure Don Chisciotte torna a casa.

Parte Seconda (composta nel 1615, capitoli I-LXIV) Sancio rivela al padrone che è apparso un libro El ingegnoso hidalgo Don Quijote de la Mancia che narra le sue avventure. Inorgoglito Don Chisciotte decide di ripartire. Incontra il Cavaliere del Bosco che lo sfida a duello. Don Chisciotte ha la meglio e riconosce in lui il baccelliere Carrasco che intendeva così ricondurlo a casa. Don Chisciotte e Sancio si rimettono in viaggio diretti a Saragozza. Attraversano l'Ebro su quella che a loro sembra una nave incantata, poi incontrano una bella dama che li conduce al suo palazzo. Qui Don Chisciotte e Sancio sono vittime di una complessa trama di burle: l'apparizione di mago Merlino; la richiesta d'aiuto della contessa Trifaldi per liberare un re e una principessa trasformati in scimmia e coccodrillo; il viaggio verso l'isola Candaya su Clavilegno, un cavallo di legno; il finto amore di Altesidora per il cavaliere; il governatorato di Sancio a Barataria, l'isola immaginaria che è in realtà un semplice villaggio aragonese.

I due infine ripartono diretti non più a Saragozza ma a Barcellona per contraddire il falso racconto delle loro avventure che li vuole appunto a Saragozza. A Barcellona il Cavaliere della Bianca Luna (ancora Carrasco) sfida a duello Don Chisciotte e lo vince. Gli impone quindi di tornare al paese.


Sconfitto e malinconico Don Chisciotte si avvia verso casa, dove lo prende una febbre altissima. Dopo un lungo sonno si sveglia rinsavito e, sentendo ormai vicina la fine, rinnega le sue imprese e fa testamento col nome di Alonso Quijano detto "il Buono".

Fonte: Wuz.it

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