Le recensioni di Wuz.it

Il Cipiglio del gufo di Tiziano Scarpa

Care parole,
mi fa bene scrivervi, mi fa sentire meglio. Guardo la frase che ho appena scritto, mi soffermo ad ammirare come si avvia il significato, che si muove e prende il largo a poco a poco, lettera dopo lettera. Mi sembra un miracolo.

Ancora una volta ecco: Tiziano Scarpa ti incanta. Ti seduce con la sua scrittura raffinata e trascinante, ti conduce dove vuole lui e tu, lettore ipnotizzato, lo segui senza proferire verbo, senza immaginare o fantasticare per tuo conto come spesso fai leggendo un romanzo: ti fai guidare anche nell’immaginazione.

Leggendo le prime pagine ti si para di fronte un gruppo di uomini, le figure di un mazzo di carte che continuamente si mescolano. Segui un personaggio poi l’abbandoni. Leggi la storia di un altro e poi scompare per lasciare posto al terzo. Sono in qualche modo legati fra loro anche se molto diversi sia come storia personale che come età anagrafica. Sono legati dalla fatica di vivere, dal dolore delle scelte, dall’imperscrutabile e inevitabile destino. È la malattia degenerativa da affrontare per uno, o la preoccupazione che scaturisce del modo di vivere del figlio per l’altro, o la voglia di diventare finalmente una persona diversa e scoprire l’amore, quello vero, per il più giovane dei tre.

Come spesso accade, nelle pagine di questo scrittore ci si perde. Ci si perde fra le stanze, le case e le vie, tra i pensieri dei protagonisti, tra le parole con cui questi pensieri sono espressi. E alla fine si scopre che la trama in questi romanzi diventa quasi secondaria, lasciando il posto al puro e semplice piacere della lettura.

Pur perdendo il vernacolare approccio di alcuni suoi lavori, Tiziano Scarpa anche in questo caso non smarrisce l’ambientazione famigliare, tranquillizzante, conosciuta della sua Venezia. Una sorta di bussola letteraria che indica la strada, anche se ogni volta il percorso per giungere alla meta si dimostra differente.

Recensione di Giulia Mozzato


Il cipiglio del gufo
Il cipiglio del gufo Di Tiziano Scarpa;

Nella Venezia di oggi si ritrovano un vecchio telecronista di calcio che sta perdendo l'uso della parola, un professore di liceo con ambizioni troppo grandi e un giovane dai molti talenti a caccia di anziane signore facoltose. Hanno una vendetta da compiere, una famiglia da salvare e tante delusioni da riscattare.

«Un libro che a suo modo parla di noi e del nostro presente, nonché una lettura più che stimolante, come spesso accade con scarpa.» - Marco Renzi, Mucchio

«Occhi sgranati e muso corrucciato, il gufo ci guarda come se ci avesse colti sul fatto»

Venezia, oggi. Nella città piú globale del mondo, tre uomini sono a un punto di svolta della loro vita: per disperazione, ambizione e insoddisfazione. Il primo è Nereo Rossi, il telecronista di calcio piú famoso d'Italia; sta per perdere l'uso della parola per una malattia. Sa che gli resta poco tempo, ma prima vuole vendicarsi del suo rivale. Per farlo sfrutta le conoscenze che gli ha procurato il suo mestiere: coinvolge l'uomo piú potente d'Italia, che gli deve alcuni favori, e si fa accompagnare da un giovane biografo a cui racconterà la sua vita. Il secondo è Adriano Cazzavillan, quarantacinquenne professore di liceo: vorrebbe guadagnare di piú e far vivere meglio la sua famiglia; sfrutta l'unica possibilità che la nostra epoca offre alle persone come lui. Cosí suscita l'invidia dei colleghi e perde il lavoro. Nell'ultima parte del romanzo si lancia in una indimenticabile avventura per salvare suo figlio Gilberto, rimasto intrappolato da una forza oscura. Il terzo è Carletto Zen, trentenne tuttofare, che è stato risucchiato dal «Gorgo», come lo chiama lui, cioè l'attività economica dominante in città, il turismo: accompagna gli stranieri nei bed&breakfast, fa le pulizie, e intanto cova desideri di rivalsa: circuire anziane proprietarie di palazzi, ricche vedove bisognose di compagnia. Non ha certo l'aspetto del seduttore, ma le sue prodigiose e buffe qualità nascoste lo hanno già reso una leggenda. Il nuovo romanzo di Tiziano Scarpa fa incursioni nei centri di potere romani, nei gangli della grande editoria milanese, ma gravita principalmente a Venezia, «la città delle facce»: il luogo che attrae tutte le nazionalità, tutte le fisionomie del mondo, con le loro storie singolari dietro volti di ogni tipo. Con tenerezza, comicità, intelligenza, intensa compartecipazione, Il cipiglio del gufo racconta come sfruttare le possibilità che si hanno, in diverse età della vita, per salvare sé stessi e gli altri, o per condannarsi da soli.

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