Le recensioni di Wuz.it

Dora Bruder di Patrick Modiano

""Non c'erano molte possibilità per una ragazza di sedici anni abbandonata a se stessa, nella Parigi dell'inverno 1942, dopo essere scappata da un collegio.""

IL CAPOLAVORO DEL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2014

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INCIPIT
Otto anni fa, su un vecchio numero di ""Paris-Soir"" del 31 dicembre 1941 mi sono soffermato sulla rubrica di terza pagina: Da ieri a oggi. Nelle ultime righe, ho letto: ""PARIGI
Si cerca una ragazza di 15 anni, Dora Bruder, m1,55, volto ovale, occhi castano-grigi, cappotto sportivo grigio, pullover bordeaux, gonna e cappello blu marina, scarpe sportive color marrone. Inviare eventuali informazioni ai coniugi Bruder, boulevard Ornano 41, Parigi"".

Quante ombre percorrono le strade del mondo, quante esistenze da tempo finite ancora sembrano aleggiare tra le case di città popolate adesso da nuove vite... In mezzo a queste angosciose e scure presenze Modiano intravede Dora Bruder, una ragazza di 15 anni, ebrea, fuggita da casa nel lontano 1941.
Sin dalle prime righe sappiamo che l'autore ha fatto la conoscenza con Dora leggendo casualmente un annuncio, comparso su un vecchio numero di Paris-Soir, in cui i genitori la ricercavano. E subito scopriamo che Modiano viene come folgorato da questo annuncio, che Dora diventa per lui quasi un'ossessione. Deve scoprire i motivi di questa scomparsa, deve capire come si svolgeva la sua vita, deve risalire alle fonti per comprendere la fine, drammatica, di un'esistenza infelice, simbolo di tante altre esistenze analoghe.

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Tra le strade di Parigi, tragicamente colpita dalla seconda guerra mondiale, vagava una ragazza, ebrea e minorenne, in fuga, con un passato molto ""normale"", una famiglia tradizionale, una storia personale inconsistente. Dove andava Dora nel suo vagabondare? Quali erano le sue sensazioni? Come sfuggiva alle ricerche?
Il 13 agosto 1942 è documentato il suo internamento nel campo di Drancy, proveniente da quello delle Tourelles. Dunque la sua ricomparsa avviene in concomitanza con il drammatico evento dell'arresto e dell'internamento. Modiano ricostruisce i fatti con appassionata curiosità, ricercando tra documenti personali, testimonianze, registri di polizia. Ripercorre le strade per lei abituali, entra negli edifici in cui Dora entrava, visita il suo collegio, nel cui registro alla voce ""data e motivo dell'uscita"" è scritto: 14 dicembre 1941.
Causa fuga, e quasi la incrocia, quasi la vede, come se fosse possibile rivivere quei giorni lontani, in cui non era nemmeno nato. Immagina anche un possibile incontro, durante un rastrellamento per le strade, tra Dora e il padre dell'autore, in un camion che li stava trasportando verso quei campi di concentramento.
Quanto c'è di autobiografico in Dora Bruder? Molto, se, come afferma Pietro Citati, la giovane protagonista è ""il suo doppio femminile, la vittima che egli avrebbe voluto essere e che non è stata"".
Un romanzo sulla scomparsa, sull'annientamento dell'essere umano, sulla cancellazione della persona, sulla negazione: un romanzo di ombre e di memoria. ""Se non fossi qui a scriverlo, non esisterebbe più traccia della presenza di quella sconosciuta e di mio padre su un cellulare nel febbraio del 1942, sugli Champs-Elysées. Soltanto persone - morte o vive - da iscrivere nella categoria degli individui non identificati.""

recensione di Giulia Mozzato

Patrick Modiano - Dora Bruder
Titolo originale dell'opera: Dora Bruder
Traduzione di Francesco Bruno
136 pag., 14,50 € - Edizioni Guanda 2011 (Narratori della Fenice)
ISBN 9788860884879


Dora Bruder
Dora Bruder Di Patrick Modiano;

31 dicembre 1941. Sul «Paris-Soir» appare un annuncio: si cercano notizie di una ragazza di quindici anni, il suo nome è Dora Bruder. A denunciarne la scomparsa sono i genitori, ebrei emigrati da tempo in Francia. Quasi cinquant'anni dopoPatrick Modiano si imbatte in quelle poche righe di giornale, in quella richiesta d'aiuto rimasta sospesa. Non sa niente di Dora, ma ne è ugualmente attratto: cerca di ricostruirne la vita, i motivi che l'hanno fatta scappare, cerca di immaginare le sue giornate nel periodo della fuga. A poco a poco ricompone la storia dei Bruder: la nascita della ragazza, le origini dei genitori, i loro trasferimenti, l'ultimo domicilio della famiglia. Modiano segue l'ombra di Dora per le vie di una città che conosce e ama, la Parigi dei quartieri periferici, degli hotel ormai chiusi da tempo, dei cinema che non esistono più. Sono luoghi che hanno vissuto la guerra e conosciuto l'atmosfera sinistra dell'occupazione. L'atmosfera in cui vive la stessa Dora fino a quando, otto mesi dopo la fuga, verrà deportata ad Auschwitz insieme al padre. Qui, dove comincia la Storia degli uomini, si chiude per sempre la storia privata di Dora in mezzo a quella di milioni di altre vittime. Dora Bruder è fuggita, poi è riapparsa, ma sin dall'inizio ha mantenuto il segreto su quel breve periodo. Forse la sua è stata una fuga d'amore, o forse no, non lo sapremo mai con certezza. E proprio grazie a questo atto di disobbedienza, a questo scatto di libertà, la sua memoria non è caduta nell'oblio e rivive ora nel ritratto intenso e commovente che Modiano lascia di lei per sempre.

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