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Nemici di penna di Giulio Passerini. Insulti e litigi letterari


Manie persecutorie a parte, gli insulti i duelli e le liti scoppiate per motivi più o meno futili non sono certo mancati nel corso della storia della letteratura. I giudizi poco lusinghieri di Mark Twain su Jane Austen sono ormai entrati nel canone così come le intemperanze di Hemingway, Norman Mailer o Gore Vidal. E ancora andranno ricordati i duelli di Tolstoj, Dumas e Proust e le scazzottate di Marinetti, Kerouac e Bukowski. Quanto ai giorni nostri impossibile non fare i nomi di polemisti di razza come Franzen, Bret Easton Ellis e Houellebecq.


Fresco di stampa il divertente libro di Giulio Passerini, una nuova perla della collana di Wuz dedicata al mondo del libro. Si intitola Nemici di penna e racconta le più agguerrite - a volte fiere, a volte bieche, a volte ridicole - liti letterarie.
Scoprirete che la letteratura è tutto meno che innocua!  


Nemici di penna ci propone un punto di vista insolito: quello delle liti, più o meno furiose, tra scrittori. Perché hai scelto questo argomento? Che cosa ci rivela, questo argomento, della nobile arte della scrittura?

Una cosa è certa: gli scrittori hanno personalità. Se decidi di scrivere un romanzo, e quindi di dare la tua versione di quello che succede nel mondo - ritenendo che valga la pena leggerlo, indiscutibilmente hai della personalità. Ma si tratta sempre di personalità ricche, complesse, che spesso uniscono a un grande talento la capacità (o la maledizione) di mettersi continuamente in discussione. E questo è al contempo una ricchezza e una fragilità. È una ricchezza perché mettersi in gioco ogni giorno permette di fare esperienze sempre diverse, capire di più e meglio e avere sempre qualcosa da raccontare. Ma è anche una fragilità perché ogni giorno è una battaglia in cui è necessario ridefinire i confini di sé. In questo tramestio interiore gli altri scrittori sono compagni e avversari. Mettiamo il caso che due esploratori decidano di raggiungere il polo nord: partiranno da punti diversi della mappa ciascuno con attrezzature adatte al percorso e al proprio stile di avventuriero, useranno sestanti e slitte, cani e piccozze, supereranno crepacci e ghiacciai e alla fine uno dei due arriverà per primo. L'altro esploratore non potrà fare a meno di ammirare la bravura del collega ma al contempo lo odierà, probabilmente lancerà una nuova sfida e la gara ricomincerà. Ecco, gli scrittori sono così, sempre a caccia di qualcosa, pronti a tutto per raggiungerlo, sicuri che i propri mezzi siano i migliori. Sono appassionati e competitivi, esigentissimi anzitutto verso se stessi, sempre a caccia di nuove sfide, e che nessuno provi a mettersi sulla loro strada. La scrittura credo sia un fatto di slitte, piccozze e cose da scoprire.


Come ti sei documentato per scovare gli aneddoti presenti nel tuo libro?

Anzitutto sui giornali e su internet, leggendo la stampa straniera e i blog. Saltellando qua e là di faida in rissa alla ricerca di un naso sanguinante.



Quale lite ti ha divertito di più?


Quella di Stefano D'Arrigo con un critico imprevidente. Un giorno, in occasione di un convegno, il suddetto critico ebbe la sventurata idea di definire lo scrittore ""uno sperimentale"". D'Arrigo s'infuriò talmente che lo prese per il bavero urlando ""Come si permette! Sperimentale io, che mi sono fatto un culo così!"". Assurdo e meraviglioso.

Qual è il motivo più futile di una “rissa letteraria” in cui ti sei imbattuto?

Una volta Norman Mailer ha menato un marinaio perché aveva messo in dubbio la sessualità del suo cane. Ezra Pound invece litigò con Gertrude Stein per un dispetto: pare che la scrittrice lo abbia pregato di accomodarsi su una sedia troppo fragile per la sua corporatura.


Norman Mailer e il suo cane 


Gli scrittori, alla fine, sono uomini come tutti gli altri, ognuno con un’indole diversa. Lavorando come ufficio stampa ti sarai imbattuto in scrittori dal carattere difficile, impegnativi da gestire… puoi raccontarci un aneddoto divertente?


Una volta sono quasi finito in una rissa di strada. Non ho altro da dire, vostro onore.


Sei molto attivo su twitter e sulla rete. Cosa ne pensi delle critiche mosse da Franzen al mezzo?

Una delle dichiarazioni di Franzen su twitter è stata la seguente: <<l'ennesimo e il più sconsiderato dei medium. Come scrivere un romanzo senza usare la lettera ""p"">>. Sono d'accordo: è impossibile scrivere un romanzo (per come lo conosciamo) con twitter e chi ci provasse non potrebbe che essere uno sconsiderato. Ma sono sicuro che ci sono altre forme di letteratura, intrattenimento e approfondimento - che Franzen non contempla - che su twitter hanno trovato il loro incubatore ideale.
Ogni medium porta con sè nuove forme d'arte e rivitalizza quelle nate con i medium che lo hanno preceduto.

Oggi molti scrittori sono presenti sui social e sono molto attivi.
Cosa pensi di questo fenomeno?

Che è naturale. La rete fa parte della nostra vita come di quella degli scrittori e in generale dei personaggi che hanno una spiccata presenza pubblica. La cosa importante è starci comodi, il più possibile a proprio agio, con un certo stile individuale.

Insomma, vi consigliamo questo piccolo divertente libretto. Siamo sicuri che non ve ne pentirete. Ne leggerete delle belle!


Gli altri titoli della collana di Wuz


Giulio Passerini - Nemici di penna. Insulti e litigi dal mondo dei libri

94 pagg., 9,90€ - Editrice Bibliografica 2014 (I libri di Wuz)
ISBN 9788870757620


Nemici di penna. Insulti e litigi dal mondo dei libri

Forse non tutti sanno che tra Mark Twain e Jane Austen, tra Faulkner e Hemingway, tra Philip Roth e Jonathan Franzen non è corso buon sangue. Le loro faide sono entrate nel mito, quelle tra Gore Vidal e Norman Mailer sono leggenda. Tutti gli episodi che Passerini racconta in questo divertente libretto, nel quale sono raccolti i migliori insulti, i litigi epocali, i duelli in punta di penna e le sciabolate più volgari, hanno fatto la storia della letteratura che nessuno vi ha mai raccontato. I più grandi scrittori di sempre si sfideranno per difendere il proprio onore, la propria donna e i propri scritti per i motivi più futili e ridicoli. Ma, soprattutto, perché si detestano dal profondo del cuore. Perché i libri, e non gli scacchi, sono lo sport più violento che ci sia. Geniali, infelici, litigiosi e innocenti, ecco a voi gli scrittori. Non ci resta che augurarvi: buono spettacolo!

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