Le recensioni di Wuz.it

Antonio Pennacchi vince lo Strega 2010 con Canale Mussolini

Con 133 voti il vincitore del Premio Strega 2010 è Antonio Pennacchi con il suo Canale Mussolini che dedica questa bella vittoria al fratello Gianni e alla nipotina in arrivo: la famiglia, nel suo libro come nella sua vita è sicuramente importante per questo scrittore.




Conosciuto al grande pubblico grazie al suo libro Fasciocomunista da cui era stato tratto il film Mio fratello è figlio unico, il bel film di Daniele Luchetti con Elio Germano. Ecco poi proporsi con questo romanzo ambientato subito durante la bonifica delle Paludi Pontine d'epoca fascista.


Canale Mussolini è l'asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. Contadini di tutte le regioni coinvolte devono lasciare le loro terre e andare nelle nuove città: ""Siamo venuti giù per la fame"", dichiarano. Emigranti, sradicati dal nord e piombati in un Lazio lontano non solo geograficamente, ma soprattutto nelle mentalità e nei costumi.
Tra questi c'è la famiglia Peruzzi, protagonista di questa saga, che col supporto del carismatico zio Pericle, fascista di un certo prestigio, ma anche autonomo, perché lui non si fa ""dire da nessuno quello che deve fare"".


Intorno a lui e dietro di lui scende tutta la famiglia. E sono proprio i vari personaggi di questo nucleo a dare a Pennacchi la possibilità di un ritratto straordinario di una varia umanità divisa in generazioni e mentalità, ma legata da quei vincoli familiari così importanti da non poter essere rotti dalle varie vicende che la Storia impone. A troneggiare è la figura dell'Armida, la moglie di Pericle, bella e generosa, così strana, circondata com'è da uno  sciame perenne di api, da essere forse una strega. Ma quelle api che le parlano, che l'avvertono dei pericoli, non serviranno a salvarla da un destino già scritto.
Ciò che travolgerà l'intera famiglia sarà originato dall'interno del nucleo, chi causerà la sua sfortuna sarà infatti il bel Paride, il nipote più amato, buono e giusto, ma anche caricato da un destino ostile.


Una grande epopea, una narrazione  che sa intrecciare la piccola travagliata storia dei protagonisti con quelle della grande Storia e con le sue grandi tragedie.






Ecco la motivazione che aveva indotto Ammaniti e Onofri a candidare Canale Mussolini al Premio Strega 


Ci sono scrittori che sanno raccontare una storia e altri, assai pochi in verità, che sanno raccontare le gesta di un popolo attraverso le vite di alcuni. Antonio Pennacchi fa parte di questi ultimi. Per grandezza, passione e forza Canale Mussolini assomiglia a un enorme albero di fico che spacca la roccia con le radici e cresce e si snoda tra pietre e mattoni, buttando giù muri e tetti e ogni ramo, come ogni personaggio, trova la sua strada verso la luce. Antonio Pennacchi fa per l'Agro Pontino quello che Jack London ha fatto per lo Yukon. Niccolò Ammaniti


Nel tempo della fine delle ideologie, alle ideologie non resta forse che farsi carne e sangue, sudore e sperma, memoria genetica. È quanto ha fatto, in Canale Mussolini, Antonio Pennacchi. Una saga e un’epopea: quella della famiglia Peruzzi, inseguita per più generazioni, fino all’appuntamento col suo destino spesso tragico. Una storia che aggiorna al nostro passato recente uno dei miti italici delle origini e fondativi: quello che si costruisce, tra galli e latini, etruschi e sabini, su un’idea della convivenza rissosa, della mescolanza di sangue, del fratricidio. Non per caso, gli eroi di Pennacchi si chiamano Pericle e Paride, Temistocle e Iseo, Armida, e così cantando: con toni d’evidente e antica epicità. Massimo Onofri      


02 luglio 2010 Di Grazia Casagrande

Canale Mussolini. Parte prima
Canale Mussolini. Parte prima Di Antonio Pennacchi;

Premio Strega 2010. Canale Mussolini è l'asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalypti immensi che assorbono l'acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. E poi c'è lei, l'Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l'eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà.

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente