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Una cosa piccola che sta per esplodere

Paolo Cognetti

“Ho letto Freud questa settimana, come mi ha consigliato lei”, dice. “Il fatto è che un uomo certe cose non le può capire. Qui abbiamo una bambina che scopre l’esistenza del sesso e smette di mangiare. Senza saperlo fa la cosa giusta, visto che l’anoressia interrompe il ciclo mestruale. Ma la domanda non è: perché Lucia non vuole diventare una donna? Questa è facile, ogni bambina sa la risposta. La domanda vera è: perché non lo fanno tutte?”

Al suo esordio (con Manuale per ragazze di successo, era il 2004), Paolo Cognetti diede voce a personaggi femminili con tale efficacia e sensibilità che molti pensarono che a scrivere fosse in realtà una donna. In questa nuova raccolta di racconti, “Una cosa piccola che sta per esplodere”, lo scrittore milanese conferma la sua capacità di calarsi nei panni femminili; inoltre, riesce ad affrontare con sapienza il tema insidioso ed usurato dell’adolescenza. Gli adolescenti raccontati da Cognetti sono lontani dagli stereotipi di oggi: non ci sono sms né video diffusi su Internet, non si parla di bullismo o droghe ma di  dubbi e speranze, amicizie autentiche, amori, tradimenti laceranti.

Nei cinque racconti del libro emerge il difficile rapporto tra genitori e figli. In “La meccanica del motore a due tempi”, Diego non ne vuole sapere di fare il meccanico come il padre ubriaco e violento. Un padre è peggio di un nemico, pensa Diego, non puoi combatterlo ad armi pari, non avrai il coraggio di dargli il colpo di grazia. L’amico Simone, invece, comincia a guardarsi allo specchio e scopre che le ragazze sono cambiate nel giro di un’estate: ora portano la canottiera e hanno occhi maliziosi. Scopre che la fabbrica abbandonata, il luogo prediletto dei loro giochi di bambini, è diventato il posto solitario in cui Diego porta le ragazze. Un tradimento inaspettato, che rivela a Simone una nuova consapevolezza: non rimane nulla dei giochi e dell’allegria del passato, il gruppo si è disperso, Salvo, Boris, Nico, Mattia, che fine hanno fatto?

Pietro, dodici anni, vive con la stessa sensazione di impotenza. In “La stagione delle piogge” è in vacanza in campeggio con la madre. I genitori sono in pausa di riflessione e Pietro trova un nuovo padre in Tito, il tuttofare del campeggio, che lo aiuta nella costruzione di una baracca, un rifugio tranquillo lontano dagli adulti chiassosi e soprattutto dalla madre che non capisce il suo disagio. E in fondo neppure Tito, che gli ricorda di non essere suo padre.

E le ragazze? I personaggi femminili di Cognetti  mettono in atto ribellioni e piccole rivoluzioni, combattono, cadono, si rialzano, più di quanto facciano i ragazzi.
“La figlia del giocatore” narra di Mina e della sua amicizia con Antonia, una maestra in pensione che le fa da seconda madre (quella biologica è devastata dall’abbandono del marito) e che la accompagna nel suo apprendistato da scrittrice. Con il nome di “una cosa piccola che sta per esplodere”, a Mina non resta che inventare quel padre finito chissà dove, trovando l’ispirazione ovunque, nei sogni, frugando nei cassetti altrui o nelle proprie paure. E’ un racconto autobiografico, confessa Cognetti, che intendeva far capire “come nel retroterra di uno scrittore ci possa stare l’essere brutti, essere stati abbandonati, il tradimento, sapere spiare”.


In “Tutte le cose che non so di lei” Anita, in odore di Sessantotto, mette in scena la propria personale ribellione. Decide di ribaltare un destino già scritto, pur tra mille difficoltà e solitudini. Troverà nuova forza con l’arrivo di Tania, in fuga dalla famiglia e da una vita comoda con l’autista e la servitù.

Il racconto più riuscito è sicuramente “Pelleossa”, che ha come protagonista Margherita, adolescente scheletro che viene mandata in una clinica svizzera per anoressiche. Dove diventa Margot, la voglia di scomparire che si manifesta cambiando nome. Dall’altro lato, c’è la Dottoressa, senza nome, ridotta al suo ruolo, probabilmente con una figlia morta di anoressia.
Tra le severe regole dell’istituto e le rigide gerarchie che si instaurano tra le ragazze, Margot incontra Lucia, una dodicenne molto malata, nella quale non potrà fare a meno di rispecchiarsi. Cognetti affronta il tema dell’anoressia con delicatezza, senza ricorrere a luoghi comuni o pregiudizi. Margot non è né strega né santa, per Cognetti è semplicemente una ragazza.


Tutti i racconti si chiudono con un soffio di speranza, uno spiraglio di luce. Come a suggerire che ce l’abbiamo fatta, siamo dall’altra parte della strada. L’adolescenza, quel periodo meravigliosamente crudele, è finito. Non avremmo mai creduto di sopravvivere.

Leggi l'intervista a Paolo Cognetti


Le prime pagine

PELLEOSSA 

Genitori ricchi abbandonano feste da ricchi il sabato notte.
Il primo sabato di una nuova estate, tra l'una e le due di una notte di luna piena, i nostri genitori scendono come note di musica lungo il viale d'ingresso di una villa in collina: un uomo e una donna sposati da quasi vent'anni, anni in cui il matrimonio si è nutrito di errori, promesse, tradimenti e perdoni, stringendo un vincolo più maturo e più solido, questi genitori si allontanano sottobraccio, dando le spalle a una villa da ricchi, un sabato notte.
Le nostre madri appoggiano la testa al petto dei nostri padri forti: corpi scolpiti in palestre esclusive, levigati da chilometri di bicicletta e nuoto, accarezzati durante i consigli d'amministrazione, guidano i corpi delle loro spose oltre lampioni e fontane, sedie e tavoli di ferro battuto, uomini e donne ubriachi e felici, amiche e amici ricchi che mostrano segni di felicità e ubriachezza quali cravatte allentate, colli macchiati di rossetto, fondotinta accumulati nelle rughe del sorriso, coppie di amanti più o meno ufficiali che i nostri genitori salutano con l'indulgenza riservata alle debolezze della carne, loro stessi protetti dall'aura erotica che circonda le coppie di mezz'età quando alzano il gomito.
Nel parcheggio, alla fine di questa parata, i nostri padri risvegliano le loro fuoriserie, macchine inglesi o tedesche in cui le nostre madri fanno il nido, sprofondando in sedili di pelle e appoggiando la fronte al fresco dei finestrini. Forse dormono, nonostante l'aria condizionata e le curve tra le colline, o forse spiano il paesaggio attraverso i vetri: imbocchi di strade private, cancelli elettrici e telecamere a circuito chiuso, un reticolo di feste passate che suscita un flusso di ricordi nel cuore delle nostre madri deboli, indebolite dall'inattività e dalla frivolezza, dal sussiego dei servitori, dai capricci degli ormoni e dalle coccole degli psicofarmaci, da un elenco di rimpianti a partire da quello originario, un ragazzo del liceo sacrificato al maschio dominante, passando per le rinunce intermedie al teatro, o alla laurea, o allo studio del pianoforte, fino all'ultima dieta interrotta per gola, l'ultima sigaretta fumata di nascosto, lungo un rosario che le nostre madri sgranano durante ore di analisi e telefonate alle amiche.
Poi la luce di apertura del cancello di casa lampeggia sulle facce dei nostri genitori: gialla e nera, regolare, intermittente. I fari della macchina inglese o tedesca abbagliano i due cani dalmata che le corrono incontro. Le nostre madri si svegliano oppure fingono di svegliarsi, scendono, si chinano per accarezzare i cani, mentre i nostri padri raccolgono una foglia secca dai gradini d'entrata, riprendendo entrambi possesso della loro seconda o terza casa con gesti rituali, scaramanzie mirate a ritardare lo spettacolo che li aspetta pochi passi più in là, alla fine del viaggio, in cucina.


© 2007, minimum fax 

Paolo Cognetti – Una piccola cosa che sta per esplodere

158 pagine, 10 euro – Edizioni minimum fax 2007 (Nichel)
ISBN 978-88-75-21137-0


L'autore



18 febbraio 2008 Di Claudia Spadoni

Una cosa piccola che sta per esplodere

Cinque racconti ambientati negli anni più teneri, più violenti, più tormentati della nostra vita. Ereditiere perverse e affascinanti rinchiuse in una clinica per anoressiche, figli scaraventati dai genitori nel naufragio del loro matrimonio e di un'epoca, orfane di giocatori d'azzardo che trovano salvezza nell'immaginazione. Il filo rosso che lega queste storie è il momento, vivo e straziante, in cui prendiamo coscienza della nostra identità, scopriamo il sesso, l'amicizia, la crudeltà del mondo, attraversiamo la linea d'ombra con un atto di rivolta. Dopo "Manuale per ragazze di successo", con questa nuova raccolta Paolo Cognetti torna a fotografare la quotidianità nascosta. La scrittura intensa e precisa, e un sapiente senso dell'intreccio, trovano nell'adolescenza il luogo magico in cui i personaggi, raccontando la propria vita, mettono a nudo la nostra.

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