Le recensioni di Wuz.it

L'arte del dubbio di Gianrico Carofiglio


“Per capire che una risposta è sbagliata non occorre una intelligenza eccezionale, ma per capire che è sbagliata una domanda ci vuole una mente creativa.”

Nella Prefazione Carofiglio dopo aver riportato uno stralcio d’interrogatorio, racconta come dieci anni fa abbia pubblicato un libro sulle tecniche di interrogatorio destinato agli addetti ai lavori, ma il libro finì tra le mani di tanti lettori che lo apprezzarono e lo lessero con la passione divertita con cui si può affrontare una raccolta di racconti. Così quando l’editore ha proposto a Carofiglio, diventato nel frattempo uno scrittore di successo, di ripubblicare il libro, stralciando ovviamente le parti prettamente giuridiche, l’idea è piaciuta e si è messo all'opera.

E così ha ristrutturato, senza snaturarlo, quel testo, sottolineando alcune riflessioni sul linguaggio, sulla falsa testimonianza, consapevole o meno, su testi esperti e deposizioni di vari tipi di investigatori, testimonianze di collaboratori di giustizia, tematiche presentate attraverso esempi, aneddoti (tutti veri e propri racconti), sulla riproduzione di interrogatori in tribunale, reali o ricostruiti dallo scrittore per esemplificare i concetti esposti, cose che, nella composizione del volume, rendono la lettura estremamente piacevole oltre che interessante.

L’ultimo capitolo, Domandare dubitando, riprende il titolo stesso del libro e indica che il dubbio è una delle costanti del ragionamento giudiziario e conclude riportando un testo di Norberto Bobbio
“La teoria dell’argomentazione rifiuta le antitesi troppo nette: mostra che tra la verità assoluta degli invasati e la non-verità degli scettici c’è posto per le verità da sottporsi a continua revisione mercé la tecnica di addurre ragioni pro e contro. Sa che quando gli uomini cessano di credere alle buone ragioni, comincia la violenza”.


Questo libro (che nasce come testo giuridico) è, dopo pochi giorni dalla sua uscita in libreria, in testa alle classifiche di vendita e non solo perché il suo autore è molto noto e amato dai lettori, ma anche perché la giustizia nel suo attuarsi, i processi, le indagini sono diventate per gli italiani una delle maggiori passioni. Conferma ciò il seguito che trasmissioni televisive dedicate alla presentazione di casi giudiziari, a indagini o a processi in corso, continuano ad avere.

Qual è poi la rara dote di Carofiglio? Una scrittura sempre brillante, l’arte della sintesi e l'uso di un linguaggio dalle tante tonalità (questo è evidente nella riproduzione degli interrogatori) che spinge il lettore a non interrompere il libro perché sa di poter trovare, nella pagina che ancora non ha letto, qualche nuovo motivo di piacere.  

Le prime pagine

                                                                            1
Linguaggio e verità


«Per capire che una risposta è sbagliata non occorre una intelligenza eccezionale, ma per capire che è sbagliata una domanda ci vuole una mente creativa».
La riflessione sia teorica che pratica su qualsiasi professione che preveda la proposizione di domande e includa la prerogativa di attendere, o addirittura pretendere, delle risposte deve tenere conto della verità custodita in questa massima.
Ottenere date risposte piuttosto che altre, in molteplici campi dell'agire umano, dipende non solo e non tanto dal substrato di informazioni e conoscenze in possesso dell'interrogato e dal suo livello di sincerità, ma anche dai modi e dai contesti in cui la domanda è posta.
Per comprendere in pieno il senso di questa affermazione è necessario spendere qualche parola sul funzionamento della comunicazione umana e sul rapporto, per certi aspetti misterioso, che esiste fra comunicazione e realtà.
I meccanismi della comunicazione non sono entità neutre rispetto al loro oggetto, vale a dire rispetto ai fatti, alle informazioni, alle conoscenze, insomma, complessivamente, rispetto a ciò che siamo soliti chiamare realtà. La comunicazione non è semplicemente uno strumento per rappresentare oggetti da essa separati o in essa contenuti; essa invece condiziona costitutivamente la struttura stessa dei fatti e delle conoscenze. Come è stato provocatoriamente affermato da un celebre studioso del comportamento umano: «la comunicazione crea quella che noi chiamiamo realtà».
Questa affermazione, dall'apparenza paradossale, prende le mosse dalla constatazione del carattere illusorio delle nostre idee tradizionali sulla realtà. Metafisicamente illusoria in particolare, è la fiducia nell'esistenza di un'unica realtà, quando «in effetti esistono molte versioni diverse della realtà, alcune contraddittorie, ma tutte risultanti dalla comunicazione e non riflessi di verità oggettive, eterne».
Nel film Rashomon del regista giapponese Kurosawa questo concetto è sviluppato meglio che in qualsiasi riflessione teorica.
L'opera cinematografica narra di un samurai assassinato mentre, con la moglie, attraversa una foresta. L'episodio viene raccontato da diversi soggetti e cioè il brigante autore dell'omicidio, la moglie del samurai, lo stesso samurai (evocato da una maga) e un boscaiolo testimone oculare del fatto. Ognuno di questi personaggi racconta una storia totalmente diversa per cui «tutte le versioni appaiono al tempo stesso vere e false; ognuna è dominata dagli interessi di chi la racconta».
Dai racconti emergono tante verità quanti sono i protagonisti della vicenda.


© 2007, Sellerio editore

Gianrico Carofiglio – L’arte del dubbio
231 pag., 11 € - Edizioni Sellerio Editore Palermo 2007 (La memoria)
ISBN 978-88-38-92249-7





04 dicembre 2007 Di Grazia Casagrande

L' arte del dubbio
L' arte del dubbio Di Gianrico Carofiglio;

Anni fa, quando fu pubblicato per la prima volta con un altro titolo, questo libro era diverso da adesso. Gianrico Carofiglio, allora esclusivamente un magistrato ben lontano dai romanzi che ne hanno fatto uno degli autori più amati dal pubblico, l'aveva concepito come un manuale sulla tecnica dell'interrogatorio, su come demolire o rafforzare una testimonianza nel dibattimento penale. Ma siccome il testo era tutto costruito su casi concreti, su verbali di veri interrogatori, ebbe una cerchia di lettori più vasta di quella degli specialisti. Evidentemente molti, nell'arte controllata di insinuare il dubbio fra i fatti, avevano avvertito l'umorismo, ossia il lavoro del contrario. In breve, lo spirito della letteratura, in una raccolta di racconti veristici venati di giallo: pezzi di vita, storie tragiche e comiche di esseri umani presi in avventure e peripezie, di prede e predatori, furbi e poveracci sul palcoscenico del processo che diventa teatro di vita. Da tutto questo lo stimolo a ripubblicarlo oggi liberato dalle parti più tecniche, per tornare ciò che era veramente: una raccolta di racconti giudiziari.

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente