Le voci di Marrakech. Note di un viaggio

Ho letto questo libro poco prima di un viaggio a Marrakech e nonostante la differenza di tempo tra l’anno di uscita del libro ed oggi, ho rivisto molto di ciò che ho letto… bello per qualsiasi appassionato di viaggi

Nel 1975 Elias Canetti decise di fare una vacanza in Marocco ma la sua attenzione per la condizione umana non poteva andare in vacanza. Nei suoi vagabondaggi per la città viene attirato dai più deboli, che possono essere i bambini, i mendicanti, i malati o gli animali destinati al macello. E di ogni incontro ci racconta con delicatezza e precisione, tanto che dopo le circa 120 pagine anche il lettore ha l’impressione di aver conosciuto Marrakech e i suoi abitanti. Un libro che con gli anni non ha perso freschezza.

È un racconto di viaggio. È un racconto di dettagli, di emozioni e sensazioni. È un racconto fatto più con gli occhi che con le parole. Sembra di avere davanti i cammelli, di essere nella mellah. Ogni parola è al posto giusto, la lunghezza è sufficiente a farti incuriosire e a riempire quel po’ di ignoranza affettiva che si aveva a riguardo. Non va mai oltre ma è sempre sopra ciò che ci si aspetterebbe. È il filo, come quello di Arianna, di un gomitolo che odora di sabbia e si snoda tra gli angoli del caldo Marocco.