L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ne "La stanza delle serpi", il lettore ritroverà qui protagonisti i tre fratelli Baudelaire, orfani, che, all'inizio della storia, stanno per conoscere il loro nuovo tutore, dopo essere stati tolti dalla custodia dello spregevole conte Olaf nel precedente volume. Il signor Poe presenta a Violet, Klaus e Sunny il loro nuovo "zio" (in realtà il fratello della moglie del cugino del padre dei fratelli Baudelaire), l'affermato erpetologo Montgomery Montgomery, un simpatico e gioviale ometto basso e paffuto che metterà subito a proprio agio i tre fratelli, i quali sin da subito si rivolgeranno a lui chiamandolo "zio Monty". Gli orfanelli vivono finalmente i primi giorni veramente felici dopo la tragica morte dei genitori e hanno le menti già proiettate all'imminente viaggio in Perù - volto allo studio dei serpenti - che, in capo a una settimana, faranno insieme allo zio Monty. Lemony Snicket, il costante narratore onnisciente e fuori campo, però, avverte continuamente il lettore che le disgrazie dei fratelli Baudelaire non sono affatto terminate, che è meglio chiudere il libro adesso, quando ancora non si è giunti a leggere dell'ennesima disgrazia e che, se si vuol invece proseguire, lo si farà a proprio discapito. Inoltre, anticipa già molto prima quale sarà la prossima tragedia che i bambini dovranno affrontare, cioè la morte dell'affettuoso zio Monty, uccidendo, così, il pathos sul nascere. Ciò avverrà a causa del famigerato Conte Olaf, che tornerà nelle vite degli orfani sotto il travestimento di Stephano, fingendosi l'erpetologo che deve sostituire il precedente assistente di Montgomery. Nonostante i tre fratelli riconoscano subito il Conte, non riescono tuttavia, tra una traversia e l'altra, ad avvertire o farlo capire allo zio, il quale verrà appunto assassinato da Olaf che conta di scappare in Perù coi Baudelaire. Il suo piano sembra quasi riuscire, sennonché, già in sella alla jeep, si scontrano con un'altra macchina, che si rivelerà essere quella del signor Poe. Riusciranno i Baudelaire a sfuggire nuovamente alle grinfie del perfido Conte Olaf? Ne "La stanza delle serpi", il lettore ritrova lo stile sarcastico, da black humour, tipico di Lemony Snicket, che continua a intrufolarsi sistematicamente nella storia per dare commenti personali, avvertenze o spiegare il significato di determinati vocaboli; l'effetto vorrebbe essere quasi comico (in quanto viene spezzata a riprese la vena di tristezza che dovrebbe essere cardine del racconto) oltre che istruttivo per i lettori più giovani, ma personalmente in certi punti queste continue intrusioni mi hanno un po' annoiato rispetto al volume precedente. Il secondo capitolo della saga dei Baudelaire racchiude (come il suo predecessore) tanta crudeltà quanta immaginazione e il lettore non potrà non esasperarsi insieme ai tre fratelli quando essi non vengono creduti; sembra, infatti, che gli adulti protagonisti siano ciechi di fronte all'ovvio e credo che ciò voglia essere una metafora del fatto che, anche nella vita reale, i bambini spesso non vengano ascoltati quando chiedono aiuto, per indifferenza o perché non si crede loro, finendo quindi con l'ignorarli. In questo marasma di tribolazioni, però, a essere sempre presente è la tematica del coraggio: nonostante le avversità, i Baudelaire rifiutano di arrendersi di fronte alle ingiustizie e, ricorrendo ciascuno al proprio ingegno e alle proprie capacità, cercano sempre di risolvere le situazioni più angosciose e, quindi, rifuggire il circolo di vessazioni che non dà loro tregua. Tutto sommato, libro carino che intrattiene in maniera piacevole, anche se personalmente l'ho apprezzato meno del primo nonostante il simpatico personaggio dello zio Monty.
Una delle avventure piú gotiche e oscure degli orfani Baudelaire. La storia è ambientata in un piccolo villaggio nel quale gli abitanti sono dei fanatici dei corvi. Anche questa volta lo stile scorrevole e la capacità di coinvolgere della voce narrante, non deludono. Raccomando questo libro a grandi e piccini, a chiunque abbia voglia di leggere di mille peripezie senza mai perdere la speranza.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore