La versione di Barney

Lo ha scritto Silvia poche recensioni fa e condivido appieno: all'inizio ho fatto fatica a cogliere il filo logico del discorso e mi stavo quasi già pentendo della scelta, perché il libro non mi stava coinvolgendo molto. Certo, difficilmente penso si possa entrare fin da subito in sintonia con il protagonista, che mostra tutti i lati più negativi del suo caratteraccio e del suo modo di vivere: scorbutico, egocentrico ed iroso, politicamente scorretto, ubriacone (come del resto lo sono i suoi compagni di bevuta, che altrettanto non eccellono in termini di virtù).

La svolta: un libro che quando cominci a leggerlo sei certo che non lo finirai. Poi vai avanti dicendo: "leggo questo capitolo e poi lo abbandono", e infine, capitolo dopo capitolo, scopri un'anima, un personaggio esplosivo e imprevedibile. Finchè non arrivi all'ultima parte e non riesci a smettere di leggerlo, fino alla fine, così triste e allo stesso tempo sorprendente. Una narrativa non sempre facile ma attenta e affascinante, brillante e accurata, e a suo modo raffinata. Chapeau

Sono pochi romanzi, e forse le opere artistiche in generale, che riescono laddove riesce La Versione Di Barney: far ridere tra le lacrime. Con questo romanzo Richler tocca tanto a fondo l'anima del lettore da riuscire a farlo morire dalle risate e piangere di dispiacere. Il suo personaggio è un Chinaski bukowskiano sopravvissuto all'alcolismo e innamorato di una vita che sa di dover abbandonare, prima o poi. Così come la donna della sua vita. Un capolavoro che riesce a coinvolgere il lettore perchè racconta la normale tragicommedia dell'esistenza rispetto alla quale è difficile, davvero molto difficile non immedesimarsi.