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Surreale, quasi grottesco
Il libro prende di mira con grande ironia i vizi e le piaghe sociali degli anni '90 con uno stile unico e paradossale. Il Campionato di Pallastrada fa da cornice a qualcosa di ben più importante che riguarda tutti gli abitanti di Gladonia,senza distinzione tra colpevoli o innocenti.
Ogni quattro anni ha luogo un evento di portata cosmica: il campionato mondiale di pallastrada, un gioco misterioso che tutti i bambini conoscono e hanno praticato. Quest'anno il torneo si svolge nella repubblica di Gladonia, e vi partecipa la squadra della Compagnia dei Celestini, costituita da cinque orfani del convento di S. Celeste, retto dai padri Zopiloti. Tre ragazzini fuggono dall'orfanotrofio e si mettono alla ricerca dei favolosi gemelli Finezza, insuperabili campioni. Molti danno loro la caccia: Don Biffero, priore del convento, il suo consigliere Don Bracco, il giornalista Fimicoli col fotografo Rosalino, e L'Egoarca Mussolardi, che vuole trasmettere l'evento con le sue televisioni. La storia è una satira divertente e surreale, un'avventura fantasy demenziale e irriverente, paradossale e dissacrante, che prende di mira l'Italia degli anni '90, i politici megalomani e corrotti, il falso pietismo del clero. Sono irresistibili le figure del troppo riconoscibile Mussolardi, del cinico generale Buonommo, del sadico e invisibile Grande Bastardo. Tanti neologismi, paradossi e allegorie possono alla fine generare confusione, ma il racconto resta sempre godibile, perché ognuno può trovarvi un bersaglio satirico da condividere, dalla politica, alla religione, al consumismo, con una vena di cattiveria e crudeltà. Certo, è un romanzo d'intrattenimento, ma è un fuoco d'artificio di trovate, molto lontano dal pedante moralismo ecologista di "Margherita Dolcevita". Ho letto questo libro in Sud Tirolo, dove non si trovano testi in italiano, gradito dono di una signora che conosceva la mia passione per il calcio, ma l'ho riscoperto ora con piacere.
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