L'arciere di Azincourt

Bernard Cornwell riesce sempre a creare trame appassionanti e realistiche calate in meravigliose descrizioni di contesti medievali. In questo romanzo, che ripercorre in modo quasi saggistico, possiamo dire, la battaglia di Azincourt tra inglesi e francesi, si è addirittura superato. Il nostro è uno degli arcieri inglesi che fecero la differenza nell'impresa di uno stremato e ridottissimo esercito agli ordini di Enrico V contro le molto più numerose, riposate ed equipaggiate truppe francesi. Esempio di coraggio ed orgoglio. Assolutamente da leggere.

questo romanzo è un po' diverso dagli altri di Cornwell per una maggiore profondità del personaggio principale rispetto a sharpe e uthred per esempio. è più "umano", con limiti, affetti e dubbi. la narrazione segue di conseguenza, con più dettagli sulla vita domestica e meno peripezie e avventure. una scrittura un po' più matura, il romanzo è un po' più lento e meno pirotecnico.

Dall’autore di romanzi storici per eccellenza, l’affermato Bernard Cornwell, nasce il romanzo de “L’arciere di Azincourt”. Un’opera che si distacca dalle saghe più famose dell’autore per andare a narrare le incredibili gesta di una delle battaglie più famose ed importanti nella faida medievale tra Inghilterra e Francia. Nicholas Hook ha avuto una vita macchiata di drammi e tragedie. La sua famiglia è da anni in guerra con un’altra, portando così numerosi duelli e vili uccisioni, mentre nella stessa famiglia Hook ci sono persone poco raccomandabili e dalle professioni deplorevoli, che lo maltrattano in diversi modi. A complicare il tutto ci pensano le classiche mescolanze genetiche, andando a creare un complesso ramificare di parentele. Tutto però sembra cambiare quando, seguendo una strana voce dentro di lui, picchia l’odiato prete per salvare una ragazzina. Questo sarà il primo passo del ragazzo lungo il cammino che lo porterà sui campi fangosi Azincourt. La storia è ornata in modo molto semplice ma efficace, sottolineando lo stile narrativo sostenuto atto a descrivere al lettore solo il necessario. La struttura è quindi piuttosto scarna e, dopo la fase iniziale, preferisce lasciare piccoli buchi narrativi per portare in breve il lettore ai momenti salienti della storia, dando così solamente un vago sapore di romanzo a quella che dovrebbe essere principalmente una ricostruzione storica. Complessivamente quindi il fattore “romanzo”, per quanto riuscito, è solo un pretesto per portare avanti gli eventi legando il lettore ad un personaggio, dando così un maggiore mordente alla lettura, ma questo rimane solo il contorno del pilastro principale, ovvero la grande capacità di immergere il lettore nelle sue atmosfere ed ambientazioni, unendo avvincenti ed epici scontri a interessanti disamine delle tecniche di guerra medievali. Ovviamente nel finale si lascia ancora un piccolo ma interessante spazio sul protagonista, con qualche gradita sorpresa, dando una degna conclusione alla storia. A seguire, inoltre, trovano posto alcune considerazioni dell’autore che va a spiegare alcune piccole variazioni che si è permesso di fare e approfondisce il mistero che vige intorno alla battaglia. Una ricostruzione storica riuscita ed accurata, che avvince ed illustra con sapienza una delle campagne più importanti di Enrico V. Ad impreziosire il tutto ci sono le epiche battaglie narrate con maestria e una trama – seppur ricca di falle e piuttosto scarna – che giustamente aumenta il mordente sul lettore. Un romanzo a sfondo storico improntato maggiormente verso i lettori affamati di ricostruzioni “saggistiche”, ma anche la esile storia riesce a regalare qualche sorpresa, in un libro semplice ma efficace che non potrà deludere i fan del genere.