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Anno edizione: 2017
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Un capolavoro assoluto.Un libro che non smetteresti mai di leggere perché ti emoziona,ti commuove,ti diverte,ti sorprende,ti rapisce. La Szabò è una vera signora della letteratura,la sua,per usare un linguaggio musicale a me più congeniale,è una partitura ricca di temi,di voci,di canoni che si intrecciano dando voce a un canto che,pur nella ricchezza e complessità della sua orchestrazione,arriva limpido e semplice al cuore. Non ci sono voti per una fuoriclasse come lei,solo un grazie dal profondo del mio cuore per avermi regalato tanta bellezza.
Via Katalin è il primo libro che leggo di Magda Szabò, una tra le autrice ungheresi più famose al mondo. Il romanzo, ambientato tra il 1934 e la fine degli anni '60, racconta la storia di tre famiglie: gli Elekes, gli Held e i Bìrò. L'esistenza di queste tre famiglia andrà a intrecciarsi con la storia, mentre la guerra e la persecuzione degli ebrei distruggeranno tutto quello in cui hanno sempre creduto e cambieranno per sempre la vita di via Katalin. La Szabò è un'autrice che mi ha sempre incuriosita molto, ho deciso di approcciarmi alla sua produzione letteraria con questo romanzo la cui trama mi ispirava moltissimo e mi sembrava particolarmente nelle mie corde. La storia ruota tutta attorno a tre famiglie e appunto a Via Katalin, il luogo in cui hanno sempre vissuto, il posto che contiene tutti i loro ricordi e che, esattamente come loro, subirà un drastico cambiamento. La storia ha un tono piuttosto corale, i personaggi principali sono i giovani della tre famiglie: Bàlint, Irén, Blanka e Henriett. Saranno loro a vivere gli anni turbolenti della guerra e a pagarne le spese, perdendo tutta la gioia e la spensieratezza che sperimentavano a Via Katalin. Quello che più mi è piaciuto di questo romanzo, oltre alla storia in sè, è lo stile della Szabò. La narrazione è lenta, dolce, lo stile è molto elegante e poetico. Credo che una narrazione del genere abbia solo migliorato una storia che partiva già con un ottimo potenziale e l'abbia resa davvero speciale. Il romanzo è diviso in varie parti che scandiscono i vari anni prima, durante e dopo la guerra. Quello che più colpisce è l'evoluzione psicologica dei personaggi, l'evolversi delle varie storie che vanno a concatenarsi creando un quadro di immensa bellezza che cattura il lettore e lo fa sentire parte della vita che si svolge a via Katalin. Si tratta di un romanzo corale, la storia contiene numerosi filoni narrativi che seguono le vicende di vari personaggi. Quello che resta sempre uguale, come intrappolato immobile nel tempo, è proprio Via Katalin. Quel luogo è la costante del romanzo, è il posto dei ricordi più belli ma allo stesso tempo anche dei più brutti, è il luogo in cui tutto inizia e tutto finisce, è il posto a cui tutti vogliono tornare. Questo romanzo ha un tono profondamente malinconico e dal sapore dolce amaro, è un romanzo sulla guerra, sull'amore, sull'amicizia, sui sentimenti più profondi che coinvolgono l'animo umano. Una storia suggestiva che trasporta il lettore in un tempo fatto di ricordi, speranze, illusioni e sogni infranti.
L’atmosfera un po’ confusa delle prime pagine mi aveva un po’ sorpresa: personaggi che non riuscivo a focalizzare e temevo di non gustare. Ma poi ecco irrompere lo “stile Szabò”, esperto nel fluidificare gli animi, rivelandoli con intensa grazia: le persone vivono davanti ai nostri occhi, riusciamo quasi a sentirne il respiro. E’ come assistere ad un film d’autore, capace di elargire percezioni ed emozioni in modo sorprendentemente lineare. Il lungo epilogo, dall’incedere malinconico, è ricco di stimoli interpretativi ed allo stesso tempo discreto ed esplosivo.
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